Ci sono le macine in pietra per ridurre in polvere il grano e produrre il pane, e poi il banco di generi alimentari con i contenitori per i cibi. E ancora, il laboratorio per la distillazione di profumi da essenze vegetali. L’itinerario tra botteghe e taverne dell’antica Herculaneum riproduce in situ l’allestimento realizzato dal grande archeologo Amedeo Maiuri che il 16 maggio 1927 annuncio’ l’inizio della campagna di Scavi a Ercolano. A lui e’ dedicato il percorso ‘Maiuri pop up shopping’ inaugurato questa mattina nel sito archeologico alla riscoperta di taverne e botteghe dell’antichita’. Prima tappa nella Bottega del Plumbarius, un tipo di fabbro romano, allestita con gli oggetti rinvenuti in situ, poi la Bottega di Nettuno e Anfitrite un ambiente di generi alimentari con soppalco, grata e scaffalature in legno ben conservati. Accanto una sorta di veranda della casa che consente di osservare l’interno del primo piano della casa e scorgere all’interno delle stanze un tavolino di marmo e l’angolo di un letto in bronzo. Poco piu’ in la’, il Pistrinum di Sextus Patulcius Felix custodisce due macine in pietra per il pane che veniva cotto in un forno all’interno della casa. Al primo piano sono state trovate venticinque taglie circolari in bronzo che forse servivano per infornare le focacce. In uno spazio aperto ci sono i Thermopolia di Ercolano ovvero una sorta di banco vendita di cibi per lo ‘spuntino’ con pasti a base di focacce, pesce, olive, salsicce, uova, frutta. Infine, la Bottega del Lanarius dove il Maiuri riusci’ a conservare, grazie ad un telaio in ferro e vetro, un torchio a vite. Inizialmente fu interpretato come pressa per stirare i panni, ma studi recenti ne attribuiscono l’uso ad un laboratorio per distillare profumi da essenze vegetali. ”Vogliamo richiamare l’attenzione sul fatto che Ercolano e’ sempre stato un laboratorio per il restauro ma anche per la comunicazione e Amedeo Mauri, in questo, e’ stato un antesignano” dice il direttore del Parco archeologico di Ercolano, Francesco Sirano ”Per i suoi tempi era una persona molto interessata alla comunicazione e alla chiarezza del messaggio che veniva dai resti. Non aveva una visione solo di tipo ‘estetico’ al sito, ma un approccio in cui cercava di comunicare tutti i contenuti che attraverso lo scavo aveva imparato. Per noi contemporanei Maiuri e’ un esempio di approccio metodologico. Quest’anno abbiamo elaborato un progetto di confronto con l’esempio che ci ha dato Mauri in chiave critica ricostruendo in parte l’allestimento delle botteghe cosi’ come lui lo aveva concepito negli anni quaranta del secolo scorso e in parte andando a proporre un dialogo piu’ spinto attraverso l’arte contemporanea, cioe’ usando un medium che e’ completamente diverso da quello solito archeologico, sollecitando questa volta l’interesse dei visitatori a provare a comprendere nella maniera piu’ ampia e ricca la realta’ di Ercolano sulla falsariga dell’arte contemporanea”. L’itinerario odierno si inserisce nell’ambito delle numerose iniziative che il Parco dedica quest’anno a Maiuri, la cui impresa archeologica restitui’ alla luce gran parte della citta’ antica.
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