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Strage del viadotto Acqualonga, la Procura insiste su responsabilità di Autostrade

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Avellino. Nella giornata di ieri si è svolta l’ennesima udienza interlocutoria del processo iniziato nel settembre di due anni fa. Il 28 luglio 2013 sulla Napoli – Bari trovarono la morte 40 passeggeri di un bus di ritorno da un pellegrinaggio da Padre Pio a Pietrelcina. Dopo la parola ai periti della società Autostrade per l’Italia è stata data parola alla pubblica accusa. Il dato non è imputabile ad una cattiva condotta dell’azienda. Questo è uno dei passaggi fondamentali del controesame, condotto dal procuratore Cantelmo, avvalendosi di documenti e diapositive sul tratto stradale incriminato. La difesa dell’azienda ha più volte ribadito come la tragedia non sia imputabile alla condizione dei tirafondi. “I new jersey seguivano tutte le norme prescritte dal protocollo di sicurezza, anche rispetto al livello di traffico registrato in media”, ma “all’imperizia dell’autista e alle condizioni del bus”. L’accusa, invece, si è focalizzata sulla scelta delle barriere rispetto al livello di traffico. I documenti presentati dal Procuratore Cantelmo sono stati acquisiti dal tribunale. La prossima udienza è fissata per il 14 febbraio.


Articolo pubblicato il giorno 8 Febbraio 2018 - 09:02

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