“Oggi il popolo delle Vele sta dando un segnale di dignita’ e civilta’ a chi lo ha sempre discriminato ripulendo le strade: lo abbiamo chiamato ‘sciopero al contrario’. E’ un messaggio ai politici che parlano di lavoro, qui il lavoro c’e’, manca nell’agenda politica, sia locale che nazionale”. A denunciare l’abbandono in cui versa il quartiere napoletano e’ Omero Benfanti del comitato Vele di Scampia. “Siamo un popolo che non si e’ rassegnato e sta cercando quella normalita’ che non ha mai avuto – spiega Benfanti -, non ci basta abbattere le Vele, ma lottiamo per i servizi, vogliamo ripulire il quartiere, riaprire la villa comunale, creare opportunita’ di lavoro. Da stamattina stiamo qua per dimostrare che gli abitanti di Scampia si prendono cura degli spazi che lo Stato ha abbandonato per 30 anni, in termini di manutenzione”. A ripulire le strade e tagliare la vegetazione selvatica che invade i marciapiedi ci sono ragazzi del posto, alcuni con un passato difficile. “Ci chiamano camorristi, ci dicono che non abbiamo voglia di lavorare, invece noi vogliamo dimostrare che tutto e’ possibile, anche qui a Scampia”, racconta Emanuele che confessa: “Io sono stato uno dei primi a fare male a questo quartiere commettendo dei reati, quell’etichetta ce l’ho ancora addosso, ma oggi voglio essere uno dei primi a portare avanti il cambiamento di Scampia, del quartiere in cui vivo”. “Siamo nati in questi mostri di cemento, dove piove dentro casa, non abbiamo mai avuto l’opportunita’ di avere una vita normale, una casa dignitosa, un lavoro. Siamo qua per dimostrare che non siamo rassegnati, che siamo in grado di reagire”, aggiunge Ciro, anche lui di Scampia, anche lui disoccupato.
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