Cronaca Nera

Scafati, bomba ad ‘Acqua e Sale’ presi i 4 autori: ‘Ora comandiamo noi’

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In manette i quattro autori dell’attentato dinamitardo al ristorante/pescheria “Acqua e Sale” di via Montegrappa a Scafati, raid messo a segno il 30 agosto scorso. Rispondono di estorsione, spaccio e porto abusivo di armi. Si tratta di Pasquale Panariello, 26 anni na­tivo di Gragnano ma residente a Scafati e del fratello minore M.P. In cella sono finiti anche Antonio Palma, 43enne nativo di Castellammare di Stabia ma residente a Boscoreale (dete­nuto a Frosinone per altri reati ) ed Elvira Improta di Scafati, 42 anni, nata a Torre del Greco. Gli ultimi due sono accusati di spaccio in concorso con lo stesso Pana­riello. Per il minore procede la Procura dei Minorenni del Tri­bunale di largo San Tommaso d’Aquino a Salerno. In particola­re Pasquale Panariello, insieme al fratello, avrebbero agito in danno dei titolari del negozio “Acqua e Sale” mettendo a segno un attentato mediante l’utilizzo di liquido infiammabile che, dopo l’esplosione, causava un in­cendio arrecando un danno sia all’immobile commerciale sia a un’auto parcheggiata nei pressi dello stesso locale. Secondo la Dda, pm Giancarlo Russo “Fatti consumati al fine di agevolare la consorteria criminale operan­te a Scafati – in via di completa identificazione- o comunque di agire tipicamente da camorri­sta”. E sempre Panariello era stato trovato in possesso di armi, come un mitraglietta e una pi­stola che lo stesso avrebbe foto­grafato con il suo cellulare. Per il gip di Salerno che ha accolto la richiesta di arresto della Dda di Salerno “Panariello nelle condotte estorsive ha fatto riferimento alle sue colleganze criminali ‘a noi ci manda l’ulti­mo uscito a Scafati’ e lui stesso era intenzionato ad acquisire potere egemonico sul territorio di Scafati quale partecipe di un gruppo criminale organizzato, seppure in embrione, proprio attraverso le condotte illecite”. Panariello poi, con Elvira Improta, portava in luogo pubblico armi o parti di esse e le relative munizioni tra cui una calibro 7,65 con matricola punzonata.
Nel corso di una conversa­zione avrebbe confermato di avere, per poi venderlo, mezzo chilo di hashish. A fine agosto, però, il grande salto con il raid al ristorante non è riuscito. Gli inquirenti, a cinque mesi da quel 30 agosto, hanno chiuso il cerchio sul nuovo gruppo cri­minale scafatese. Per Pasquale Panariello e soci si sono aperte le porte del carcere.


Articolo pubblicato il giorno 18 Febbraio 2018 - 12:55

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