E’ la nuova definizione che sintetizza dati, episodi, confessioni, relazioni. La camorra è “una realtà criminale difficile da inquadrare in una definizione unitaria, che mai come oggi appare forte e dinamica, con un esteso controllo del territorio regionale, uno stretto rapporto con la politica e le istituzioni di alcune aree, una vasta proiezione nazionale e internazionale, dove riveste un ruolo di primo piano nel mercato mondiale degli stupefacenti e nelle reti di distribuzione”. E’ quanto si legge nella Relazione della Commissione parlamentare antimafia presentata oggi al termine della legislatura. La relazione analizza il fenomeno emergente delle bande giovanili ormai sempre più diffuse e pericolosamente attive, soprattutto a Napoli, nella ricerca di un’ascesa criminale dentro i clan più strutturati. “Anche le camorre hanno mostrato un processo evolutivo verso una più accentuata vocazione imprenditoriale”. La relazione descrive ampiamente l’evoluzione delle mafie pugliesi, sviluppando l’analisi sulle mafie territoriali plurali che, in Puglia, vede da un estremo all’altro della regione ciò che resta della Sacra corona unita, ma anche della mafia barese, “con la sua spiccata somiglianza con la camorra napoletana, e soprattutto le violente mafie foggiane e garganiche, che in questa fase rappresentano per la loro ferocia l’elemento di maggiore pericolosità, oltre che metafora della lunga sottovalutazione che ha consentito loro di crescere”.
Articolo pubblicato il giorno 22 Febbraio 2018 - 10:18