Gomorra? Non è educativa. Di fronte a quelle scene terribili anche io ho spento la televisione e non ho più guardato la fiction. Oggi i bambini si travestono dai protagonisti della serie: tutto questo è inaudito”. A parlare è Pupetta Maresca, al secolo Assunta, conosciuta anche come lady camorra, nota alle cronache non solo nazionali per le vicissitudini personali legate alla malavita napoletana.
Lo fa senza peli sulla lingua nel corso della terza puntata di Reality Car, trasmissione web condotta da Emilio D’Averio, firmata alla regia da Gaetano Cuomo e prodotta da Ciro Serrapica.
Pupetta Maresca è la protagonista della puntata in onda in questi giorni: una trasmissione che si svolge a bordo di un’auto, dove Maresca è sottoposta alle domande di D’Averio e in questo contesto di lascia andare a giudizi sulla fiction Gomorra, sulla situazione politica nazionale e locale e sullo stato della città di Castellammare di Stabia, dove risiede e dove viene girato il programma.
Pupetta Maresca non lesina commenti proprio sulle condizioni della città stabiese: “Amo tantissimo Castellammare. Amo anche le pietre di questa città e vederla abbandonata così mi fa male. Purtroppo chiunque ‘sale’ al Comune non fa niente. La colpa? È dei politici”.
La Maresca nel corso di Reality Car parla anche della sua storia, dell’omicidio di camorra per il quale è stata condannata a più di 13 anni di carcere (poi ridotti a 10 a seguito di una grazia), raccontando di essere stata minacciata con una pistola e di aver reagito: “Contro di me furono sparati 12 proiettili, mentre in avevo una pistola piccola, una 7,65 con sei colpi. Potevo morire anche io. Il mio più grande errore? Potrei dire aver ucciso, ma se non l’avessi fatto a quest’ora sarei morta io”.
Articolo pubblicato il giorno 12 Febbraio 2018 - 13:58