“Nel corso di questa settimana, e’ stato consegnato alla Cancelleria della Curia Arcivescovile di Napoli un dossier, su Cd, di denuncia di casi di omosessualita’ nei quali sarebbero coinvolti sacerdoti, religiosi e seminaristi di alcune Diocesi italiane. Detto materiale verra’ opportunamente esaminato per essere trasmesso alle Diocesi interessate per le eventuali necessarie valutazioni”. Fa prevedere sviluppi di un certo clamore la nota diffusa oggi della Curia partenopea, dopo che nei giorni scorsi il sito Gaynews.it aveva riferito appunto che un dossier di 1.200 pagine che svelerebbe una rete ‘hot’ di preti gay da Roma a Catania le sarebbe stato consegnato a breve. Secondo Gaynews.it, “quotidiano di informazione Lgbt”, si parlerebbe di app per incontri e di festini in canonica. Il sito aveva riferito che il dossier e’ stato messo a punto da un giovane escort, che abita a Napoli, gia’ noto alle cronache per aver svelato i presunti traffici di don Luca Morini, noto come ‘don Euro’. Ora il nuovo dossier coinvolgerebbe una sessantina di prelati, diocesani e di ordini religiosi, per lo piu’ campani ma non solo. Secondo il sito Gaynews.it per ognuno di questi preti ci sarebbe una scheda personale e una documentazione allegata anche con screenshot di conversazioni via smartphone. Dopo la conferma della Curia partenopea della ricezione del dossier e le “valutazioni” annunciate, il materiale scottante potrebbe procurare sconquassi. Anticipandone i contenuti, Gaynews.it parlava tra gli altri di un prelato “influente” con tanto di autista, che “paga gli escort con postepay”. Di un dirigente diocesano che “si vanta di conoscere Laura Pausini” e utilizza le app per incontri hot. Di un parroco che “organizza gang bang in canonica”. Di un monsignore “agli arresti domiciliari con l’accusa di abuso su minore” ma che “organizza indisturbatamente incontri con uomini tramite Grindr”, una app di dating. Poi preti in discoteche gay-friendly, frati che organizzano orge in convento, incontri di gruppo con al centro sacerdoti, religiosi e seminaristi dalla doppia vita. Uno scenario inquietante che si addentra in un mondo di cui di tanto in tanto si rileva l’esistenza ma i cui contorni sono ancora avvolti nell’ombra. L’omosessualita’ nella Chiesa non e’ un problema di oggi. Ad alzare il velo negli ultimi anni era stato anche un prelato come il polacco Krzysztof Charamsa, gia’ segretario aggiunto della Commissione teologica internazionale presso la Congregazione per la dottrina della fede, incarico tenuto in Vaticano fino all’ottobre 2015, quando un clamoroso coming out, insieme al compagno con cui ando’ poi a vivere a Barcellona, gli costo’ la sospensione ‘a divinis’. Negli ultimi tempi, invece, hanno fatto discutere le rivelazioni, nel libro di Gianluigi Nuzzi “Peccato originale” e in servizi tv delle Iene, su rapporti sessuali gay che sarebbero continuati per anni in Vaticano nel pre-seminario San Pio X, il collegio dei “chierichetti del Papa”, facente capo alla diocesi di Como: diocesi che dapprima ha negato i fatti spiegando che gli accertamenti condotti avevano dato esito negativo e poi, dinanzi alle nuove testimonianze, ha invece riaperto le indagini.
“C’è l’influente coadiutore della basilica di San Giovanni in Laterano che gira con l’autista, si finge diplomatico, promette posti di lavoro e paga gli escort con postepay. C’è il direttore d’un Ufficio diocesano per la pastorale scolastica che si vanta di conoscere Laura Pausini ed è alla ricerca di incontri di natura sessuale tramite app. C’è il parroco che organizza gang bang in canonica. C’è il monsignore che è agli arresti domiciliari con l’accusa di abuso su minore ma organizza indisturbatamente incontri con uomini tramite Grindr. C’è il sacerdote del Potentino che il sabato sera frequenta disco gay-friendly in Calabria, s’ubriaca e fa sesso. C’è il guardiano cappuccino pugliese che organizza in convento orge con un altro confratello. C’è il seminarista siciliano che eiacula in webcam davanti alla statua della Madonna di Fatima. C’è il giovane sacerdote della zona di Tursi-Lagonegro che predilige i rapporti di gruppo ed è ossessionato da un seminarista che vuole coinvolgere nelle serate. Questi gli identikit di alcuni dei sacerdoti, religiosi e seminaristi, sulla cui doppia vita getta luce il corposo dossier che, preparato negli anni da Francesco Mangiacapra e rivelato in anteprima da Gaynews, sarà depositato domani presso la Curia arcivescovile di Napoli. Ben 1200 pagine ripartite in schede personali e allegati testimoniali. Quest’ultimi costituiti da screenshot di conversazioni tramite messaggi telefonici o chat per incontri. Eccone un assaggio con chiaro riferimento a un approccio durante la celebrazione della Messa:
Prete: Lui mi ha fatto occhiolino al segno della pace
Altro: Mmmm. Bono
Prete: Voglio scoparti
Altro: Mmmm
Prete: Domenica sei mio
Altro: Speriamo
Prete: Vorrei si nel c**
Noto quale autore del libro autobiogarfico Il numero uno. Confessioni di un marchettaro e quale accusatore di Don Euro, il giovane escort Mangiacapra così ha spiegato ai nostri microfoni il motivo d’un tale dossier: «Il comportamento degli ecclesiastici che segnalo è, in molti casi, frutto dell’impunità a cui gli stessi vertici della Chiesa li hanno abituati: quella ingiusta tolleranza che alimenta l’idea di poter continuare a separare ciò che si esercita da ciò che si esprime, come è tipico di chi ha una doppia morale schizofrenica.
Con troppa sicurezza questi sacerdoti sono abituati a contare su quella discrezione di cui da troppo tempo beneficiano, e che ingiustamente consente loro di spogliarsi occasionalmente della tonaca a uso e consumo dei propri vizi».
Il materiale raccolto nel dossier interessa ecclesiastici di più diocesi. E non solo campane. Volendo fare una ripartizione per ambito territoriale, si desume che dei sacerdoti indicati:
1 appartiene alla diocesi di Acerra, 1 alla diocesi di Acireale, 2 appartengono alla diocesi di Amalfi-Cava, 2 alla diocesi di Aversa, 2 alla diocesi di Bari, 1 alla diocesi di Catania, 1 alla diocesi di Ischia, 2 alla diocesi di Cosenza-Bisignano, 1 alla diocesi di Isernia, 1 alla diocesi di Manfredonia-San Giovanni Rotondo, 1 alla diocesi di Messina, 1 alla diocesi di Molfetta, 2 alla diocesi di Napoli, 1 alla diocesi di Nardò-Gallipoli, 2 alla diocesi di Nocera-Sarno, 1 alla diocesi di Noto, 1 alla diocesi di Oppido Mamertina, 1 alla diocesi di Piazza Armerina, 1 alla diocesi di Pozzuoli, 1 alla diocesi di Palermo, 3 alla diocesi di Roma, 2 alla diocesi di Salerno, 1 alla diocesi di Teano-Calvi, 7 alla diocesi di Teggiano-Policastro, 1 alla diocesi di Trani-Barletta-Bisceglie, 4 alla diocesi di Tursi-Lagonegro, 1 alla diocesi di Tricarico, 1 alla diocesi di Urbino-Urbania-Sant’Angelo in Vado nonché 1 dell’Ordinariato Militare.
Di questi 42 sono diocesani, 7 appartengono a istituti religiosi mentre i seminaristi sono in tutto 9.
Ma c’è un tratto comune a molti di loro, ossia la capacità di fare rete in materia d’incontri hot sì da scambiarsi informazioni o pareri. Senza contare l’elemento apparentemente banale dell’uso spregiudicato di profili su chat come Grindr e Romeo.
Si tratta d’un variegato campione quanto mai indicativo che permette di far luce non solo sull’elevatissima percentuale di sacerdoti omosessuali stabilmente inosservanti dell’obbligo celibatario assunto. Ma anche dell’inadeguatezza delle norme di Oltretevere in materia di presbiterato e omosessualità come dell’assoluta ipocrisia delle gerarchie al riguardo.
Risuona perciò sempre attuale la domanda che il defunto nunzio apostolico Angelo Mottola rivolgeva anni fa, in un misto di italiano e napoletano, a un minutante della Curia Romana : «Ma o’ Papa che parla sempre contro i gay, perché non inizia a togliere tutti i ricchioni da cui è circondato?.”
(fonte gaynews.it)
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