La produzione della prima serie della fortunata fiction tv Gomorra pagò una tangente di 5mila euro al boss per girare le ultime scene nella famosa villa Savastano che era niente alto che la casa del boss Franco gallo detto ‘o pisiello arrestato proprio mentre stavano per cominciare le riprese al rione Penniniello di Torre Annunziata. La rivelazione choc è stata fatta ieri pomeriggio da uno dei due imputati Gennaro Aquino, il location manager per il quale la procura ha chiesto una condanna a un anno e tre mesi di carcere mentre per l’altro imputato Gianluca Arcopinto, organizzatore generale della prima serie di Gomorra sono stati chiesti un anno e sei mesi di carcere. la sentenza dovrebbe essere emessa nella serata di oggi ma la procura di Torre Annunziata sta valutando di aprire un nuovo fasciolo di indagine sulle dichiarazioni rese ieri sul finire del processo da Aquino. “Tutti sapevano. Non so chi mise i soldi in quella busta. Però Raffaele Gallo aveva minacciato di non farci entrare più in casa a girare, io avevo paura perché gli avevo dato la mano di parola e in certi ambienti è pericoloso non rispettare gli accordi. Ricordo anche che mancavano mille euro, così li prelevai dal mio conto e glieli consegnai. Poi Cattleya me li ha rimborsati. Fin dal primo momento tutti in Cattleya sapevano che i Gallo non erano persone proprio pulite, anche Gianluca Arcopinto (l’altro imputato), ma decisero che la villa bunker con quegli strani interni era quella giusta e vollero girare lì anche dopo l’arresto del proprietario e il sequestro della casa. Ho sbagliato, ma Cattleya non voleva che si facesse riferimento ai problemi che c’erano stati all’inizio”. Questa versione dei fatti era già stata smentita subito dopo una precedente deposizione fatta nel mese di ottobre scorso nel corso del processo da Gianluca Arcopinto, organizzatore generale della prima serie di Gomorra che aveva detto: “Ufficialmente dalle casse della Cattleya non sono uscite somme di denaro se non quelle rendicontate. Ma non posso escludere che possano essere stati creati fondi neri, attraverso fatture gonfiate, con i quali siano stati pagati quei camorristi”. Dopo questa deposizione Sky aveva chiesto chiarimenti alla produzione che aveva prontamente smentito tutto. E ieri è arrivata anche la nuova precisazione di Riccardo Tozzi, manager di Cattleya, sentito pure lui come teste nel mese di ottobre. Tozzi respinge la versione fornita da Aquino e ricorda come ci siano decine di intercettazioni telefoniche agli atti da cui non emerge nessun collegamento con i boss dei Gallo. Per le tentate estorsioni alla casa produttrice sono stati condannati in un procedimento diverso il boss Franco Gallo o’ pisiello, che si trova da alcuni anni al regime di 41bis ,a sei anni di carcere mentre il padre Raffaele è stato condannato a 5 anni e 8 mesi di carcere, 5anni e 4 mesi per la madre Annunziata De Simone.
Articolo pubblicato il giorno 7 Febbraio 2018 - 07:29