Erano legati ai clan di Secondigliano e del rione Berlingieri con appoggi a Ponticelli i quindici componenti della banda sgominata dai carabinieri e che ogni notte rubava nella città di napoli 3 o 4 auto di valore e poi le rimetteva “sistemate” in vendita sul Mercato estero, prevalentemente Spagna, Francia e Germania. Un giro di affari da 300 mila euro al mese. Grazie a una indagine dei carabinieri della Compagnia Napoli Centro, in 11 sono finiti in carcere e 4 agli arresti domiciliari. Il gruppo criminale era attivo tra Napoli e provincia e dedito ai furti, riciclaggio e ricettazione di vetture. I reati contestati sono a vario titolo quelli di associazione per delinquere, furto aggravato, riciclaggio, ricettazione e il gip ha disposto per 11 persone il carcere e 4 hanno domiciliari. Nel corso dell’indagine, i carabinieri hanno documentato 77 episodi tra furti e tentati furti di autovetture, arrestato in flagranza 16 persone, restituito ai proprietari 29 veicoli e sequestrato numeroso materiale utilizzato per lo scasso e centraline e la manomissione di centraline elettroniche.L’indagine, andata avanti da gennaio 2015 a giugno 2016, ha consentito di ricostruire l’intero organigramma della banda, individuando i vari ruoli di un un meccanismo ben congegnato. Un primo gruppo, con quattro vertici e caratterizzato dalla presenza di tre donne, era articolato in due ‘batterie’ si occupava dei furti di auto a Napoli e provincia; operativo quasi tutte le notti e con due/tre pali, gli addetti al furto dei veicoli partivano dalla base logistica, localizzata nell’area di Capodichino, individuavano vetture corrispondenti alle richieste dei vertici del sodalizio e, dopo aver forzato la portiera e installato centraline manomesse, avviano il motore. Nella fase successiva, le auto venivano parcheggiate per strada nel rione Berlingieri, quartiere di Secondigliano, o nel rione Amicizia, e qui, private dell’eventuale sistema gps, venivano recuperate a distanza di poche ore da un altro gruppo di addetti allo spostamento. Nel passaggio successivo parte dei veicoli entravano nel mercato dei ricettatori, con rivendita delle varie componenti meccaniche e di carrozzeria; un’altra parte invece veniva indirizzata verso il terzo passaggio, la ri-punzonatura di telaio e motore eseguita da tecnici in un’area di Ponticelli applicando i numeri seriali di autovetture circolanti immatricolate all’estero, prevalentemente in Spagna, Francia e Germania, clonate con documenti esteri acquisiti in maniera fraudolenta. Prima di essere rivendute venivano intestate con atti di vendita contraffatti a prestanome; un indagato e’ risultato proprietario di oltre dieci auto. L’ultimo passaggio era la vendita dei veicoli risultati immatricolati all’estero, a normali prezzi di mercato e a ignari acquirenti, anche ricorrendo ad annunci di vendita online.Il giro d’affari complessivo si aggirava sui 300.000 euro al mese, con 3-4 autovetture rubate mediamente ogni notte. Un guadagno rilevante a fronte delle spese da sostenere per i sodali: 300 euro a macchina per gli autori del furto, 500 euro per gli addetti alla ri-punzonatura, 100-200 euro per l’acquisizione di copie dei documenti esteri.
Articolo pubblicato il giorno 5 Febbraio 2018 - 11:19