Jorginho si confessa su Facebook: “Sono orgoglioso di quello che sto facendo, penso sempre alle difficoltà che ho avuto. Ci sono delle parole chiavi che porto sempre con me: umiltà, disciplina, determinazione”.
Sull’infanzia in Brasile: “Sono nato ad Imbituba al Sud del Brasile. Una città piccola ma fantastica sul mare in Brasile. D’inverno non c’era l’acqua calda per fare la doccia. Non era semplice. Mangiare per tre giorni di fila la stessa cosa non era facile. Però io volevo andare oltre”
L’arrivo in Italia: “Sono arrivato in Italia quando avevo 15 anni, da solo e senza la mia famiglia. E’ stato molto difficile per me, ma io volevo troppo questo. Lasciarmi andare per i miei genitori è stato molto difficile, però era anche il loro sogno. Ho vissuto per un anno e mezzo in un convitto con 20 euro alla settimana. Sono stati due anni difficili ma che mi hanno aiutato molto anche nel maturare. La prima volta che mia mamma venne in Italia, dopo la seguì anche mio padre, non faceva altro che piangere. La prima volta che entrò allo stadio non riuscì a contenersi, è stata la cosa più bella della sua vita perchè ha visto il suo bambino riuscire a raggiungere questo sogno che era fantastico anche per lei. Poter aiutare la mia famiglia mi dà tanta felicità, sono orgoglioso di quello che sto facendo. Penso sempre alle difficoltà che ho avuto per non accomodarmi. A me piace andare nei posti semplici per vedere la gente e non perdere i valori reali della vita che non sono solo i soldi. Ci sono delle parole chiavi che ho imparato: la prima è umiltà e determinazione, sono fondamentali per arrivare a certi livelli”.
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