Alcune migliaia di persone stanno partecipando alla fiaccolata organizzata dai familiari dei tre napoletani scomparsi in Messico da circa un mese. Con la collaborazione del popolo del web e attraverso la pagina facebook “Liberate i napoletani in Messico” in tantissimi hanno risposto all’appello e si sono presentati alla fiaccolata di solidarietà che si è snodata attraverso le strade del centri cittadino per poi fermarsi in piazza Plebiscito. La vicenda dei tre napoletani, Raffaele Russo, del figlio Antonio e del nipote Vincenzo Cimmino ha colpito molto gli abitanti della città e sui social da giorni continuano gli appelli ma anche le invettive contro le istituzioni locali e nazionali affinchè facciano avere notizie certe sulla sorte dei tre. Slogan tipo: “De Magistris noi vogliamo la vertià” oppure “Liberi, liberi”.
E’ cosi’ che parenti e amici, a Napoli, hanno, ancora una volta, chiesto l’attenzione “delle istituzioni e di quanti possano aiutarci a riportare a casa i nostri fratelli”. C’e’ preoccupazione sui volti della famiglia degli scomparsi. Ma c’e’ anche rabbia “perche’ solo in queste ore vediamo che qualcuno si sta muovendo”. Dopo l’intervento, oggi, del ministro degli Esteri, Angelino Alfano, “siamo piu’ fiduciosi e certi che qualcuno si sta interessando”, dice Gino Bergame’, portavoce della famiglia Russo. In tanti, stasera, davanti alla sede del Comune di Napoli, hanno urlato il nome del sindaco Luigi de Magistris, “fai qualcosa” e soprattutto hanno urlato “liberi, liberi” mostrando i volti dei tre italiani sulle loro magliette e sugli striscioni. “Noi siamo persone perbene, potevamo bloccare la citta’ ed invece siamo venuti qui in una manifestazione pacifica – dice Francesco Russo, fratello di uno dei sequestrati – L’intervento del ministro Alfano? Aspetteremo i fatti e dopo ringrazieremo, li ringrazieremo quando ci porteranno qui i nostri fratelli liberi. Personalmente non abbiamo sentito il ministro. Ci chiedete il perche’ di tutto questo disinteresse? Forse perche’ siamo italiani. Gli americani dopo sei giorni sono stati rilasciati, noi dal 31 gennaio non abbiamo notizie”. Annunciano altre iniziative affinche’ “qualcuno ci metta la faccia e si prenda la responsabilita'”. In piazza c’e’ anche la moglie, la mamma, dei sequestrati. E poi amici, parenti. “Speriamo di vederli vivi e liberi – dice uno zio di Francesco Russo – vogliamo sapere cosa e’ successo, vogliamo giustizia. E se non sono piu’ vivi, vogliamo almeno i loro corpi”. Al momento una delegazione e’ stata ricevuta in Prefettura mentre in piazza Plebiscito i manifestanti hanno iniziato a cantare l’inno d’Italia.
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