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Napoli, fissato per il 10 aprile il processo per Luca Materazzo

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Sara’ la Corte di Assise a stabilire se Luca Materazzo e’ l’autore dell’omicidio del fratello, l’ingegnere Vittorio Materazzo, ucciso a coltellate nell’androne di casa, in viale Margherita di Savoia, la sera del 28 novembre. Lo ha deciso oggi al termine dell’udienza preliminare il gup Alfonso Sabella. Una udienza iniziata stamattina con un colpo di scena quando la difesa dell’imputato, rappresentata dagli avvocati Gaetano e Maria Luigia Inserra, ha optato per il rito ordinario smentendo le previsioni di una richiesta di giudizio abbreviato che avrebbe comportato, in caso di condanna, una riduzione della pena. Il segno che Luca Materazzo, che si e’ sempre detto innocente, vuole giocarsi fino in fondo le sue carte al dibattimento che avra’ inizio il 10 aprile prossimo davanti alla prima sezione della Corte di Assise di Napoli. Durante l’udienza preliminare i suoi difensori hanno sostenuto che le indagini siano state incomplete e carenti, soprattutto per quanto riguarda il mancato approfondimento di piste alternative. Per i pm Luisanna Figliolia e Francesca De Renzis, sono invece assai solidi gli indizi raccolti a carico di Luca Matarazzo: l’esito dell’esame del Dna sull’arma del delitto e sugli indumenti abbandonati dall’assassino a poca distanza dal luogo dell’omicidio e alcune testimonianze, tra cui la dichiarazione del titolare di un bar che, poco dopo l’omicidio, lo aveva visto nel bagno del suo locale mentre si lavava, probabilmente per eliminare le tracce di sangue. Indizi, secondo l’accusa, sostenuti da un movente altrettanto solido: il rancore che Luca provava nei confronti del fratello per motivi ereditari e per il fatto che Vittorio sosteneva che la morte del padre anni prima non fosse dovuta a cause naturali ma conseguenza di una aggressione violenta da parte di Luca (circostanza che non e’ stata possibile accertare neanche in seguito alla riesumazione della salma). Nel decreto di rinvio a giudizio, il giudice Sabella rileva che l’imputato, pur legittimamente, si e’ avvalso sempre della facolta’ di non rispondere, non ha fornito alcun alibi sin dalla fase iniziale dell’inchiesta, quando fu sentito come persona informata dei fatti, e non ha offerto spiegazioni alternative. Luca Materazzo, prima che venisse emesso il provvedimento di arresto, scappo’ da Napoli rifugiandosi in Spagna dove aveva trovato lavoro in un bar di Siviglia. Fu catturato dalla polizia spagnola il 2 gennaio scorso. Al processo si trovera’ contro parte della famiglia: si sono infatti costituiti parte civile la vedova della vittima, assistita dagli avvocati Arturo e Errico Frojo, e tre delle quattro sorelle, assistite dall’avvocato Genny Pecoraro.


Articolo pubblicato il giorno 14 Febbraio 2018 - 19:49

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