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Napoletani scomparsi in Messico, il governatore di Jalisco: ‘Non sappiamo se sono vivi o morti’

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Sono Nemesio o Rubén Oseguera Cervantes detto El Mencho il leader locale del cartello criminale Jalisco nuova generazione, il direttore della polizia di Tecalitlan, Hugo Martinez Muniz e altri due agenti, i nomi messi nel mirino degli inquirenti messicani per il caso dei tre cittadini italiani scomparsi e “venduti” alle bande locali. “Occorre compiere altri tre arresti legati al caso, non interromperemo la ricerca di questi cittadini italiani, ci sono altri agenti di polizia coinvolti”, ha spiegato Roberto Lopez Lara, segretario generale del governo di Jalisco, lo stato in cui si sarebbero svolti i fatti. Il funzionario, segnala il quotidiano “Milenio”, ha ricordato che al momento non ci sono indizi sufficienti per dire se i tre sono deceduti o ancora in vita.La procura generale dello stato messicano di Jalisco aveva nel fine settimana emesso un ordine di carcerazione preventiva per quattro agenti di polizia della citta’ di Tecatitlan accusati della scomparsa di Antonio Russo, 25 anni, Raffaele Russo, 60 anni e Vincenzo Cimmino, 29 anni. Gli italiani sarebbero stati consegnati a una organizzazione criminale della citta’ e quindi trasferiti verso il sud del paese. Gli ultimi contatti tra gli scomparsi e i loro connazionali risalgono alla fine di gennaio e la procura ha fatto sapere che i tre, arrestati per motivi non del tutto chiariti, non sono mai passati per le carceri. I poliziotti identificati con i nomi Emilio “N”, Salvador “N”, Fernando “N” e Lilia “N”, rischiano dai 40 ai 60 anni di carcere. Secondo alcune testate locali, i tre scomparsi sarebbero stati oggetto di una rappresaglia per una truffa che avrebbero compiuto con la vendita di alcune apparecchiature mediche contraffatte, o per non aver pagato l’affitto della casa in cui si trovavano.

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I quattro poliziotti arrestati (due a destra e due a sinistra e al centro con i baffi il capo della polizia latitante)

Il caso, unito alla scomparsa di quattro cittadini di Vera Cruz, ha spinto le autorita’ di Jalisco ad accelerare i tempi per la nomina di un procuratore con competenze specifiche sulle sparizioni, scrive il quotidiano “Milenio”. Il governatore dei Jalisco, Aristoteles Sandoval, ha detto che le sparizioni sono in gran parte legate ad azioni della delinquenza organizzata coperte dalle autorita’ e in cui spesso le forze di sicurezza si rivelano complici. La figura del procuratore, scrive la testata potrebbe insediarsi entro cinque settimane. Secondo i dati del Registro nazionale delle persone scomparse, quello di Jalisco e’ il terzo nella classifica degli stati piu’ colpiti dal fenomeno. Il paese nordamericano si trova sempre piu’ a fare i conti con i problemi legati alla criminalita’ comune e organizzata. Nel 2017 il Messico ha registrato uno tra i piu’ alti livelli di violenza degli ultimi anni. Lo scorso dicembre il Sistema nazionale della sicurezza pubblica (Snsp) messicano censiva il numero record di 23.101 denunce per omicidi dolosi nei primi 11 mesi del 2017, 692 in piu’ delle 22.409 morti violente registrate nel 2011. Si tratta della cifra piu’ alta degli ultimi venti anni e fissa la media di omicidi al giorno a quota di 69. Su questo fronte, il 2017 si e’ chiuso con numerosi altri primati negativi: sono stati battuti per tre volte i record mensili di omicidi e in 21 stati della federazione il tasso registrato a novembre e’ superiore a quello di tutto il 2011. Il 66 per cento degli omicidi, 15.353 casi, sono stati compiuti con arma da fuoco, l’11 per cento (2.638) con “armi bianche” mentre del restante 22 per cento non esistono indicazioni precise. Oltre ad essere stato l’anno con piu’ omicidi dolosi nella storia recente del Messico, il 2017 si e’ chiuso anche con il record del numero di morti tra gli agenti di polizia municipale, provinciale e federale: 530 contro il precedente primato del 2011, quanto le morti violente tra i poliziotti sono state 517. La maggior parte degli agenti, 181, sono vittime di esecuzioni, 83 sono caduti a seguito di scontri a fuoco, 78 per incidente d’auto, 67 vittime di imboscate, 37 di rapina, 29 per sequestro. In molti, tuttavia, sostengono che l’intervento dei militari iniziato con la guerra contro le organizzazioni dei narcotrafficanti scatenata nel 2006 dall’ex presidente Felipe Calderon, abbia avuto tra le sue conseguenze un aumento delle sparizioni, degli omicidi, delle torture e dei sequestri.

 

(nella foto Nemesio o Rubén Oseguera Cervantes detto El Mencho e Hugo Martinez Muniz)


Articolo pubblicato il giorno 27 Febbraio 2018 - 20:12


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