Maxi sequestro in queste ore a Fagnano Olona in provincia di Varese nei confronti dei “ras dei rifiuti”, i fratelli Salvatore e Mario Accarino entrambi di Torre Annunziata. Il primo che risultta latitante ha avuto già una donadda a sei anni di carcere mentre il secondo è il compagno di Franca Finazzo, figlia di una cugina del super boss ergastolano Valentino Gionta. I carabinieri e la Dia hanno requisito beni mobili e immobili per un valore di oltre cinque milioni di euro ai due, che sono di origini campane ma sono molto radicati nel contesto criminale lombardo. L’operazione rende esecutiva una sentenza del Tribunale varesino in seguito ad un’indagine della Dia. I destinatari della misura sono proprio i gia’ noti Salvatore Accarino, 66enne di Torre Annunziata gia’ condannato a 6 anni e latitante, e il 59enne Mario (nato in provincia di Salerno): con le loro aziende erano specializzati nella gestione di discariche abusive e di traffico illecito di rifiuti. Mantenendo un tenore di vita sproporzionato al reddito che dichiaravano, i due hanno fatto insospettire i militari che hanno avviato le indagini. Sono 27 gli appartamenti di loro proprieta’ che ora gli sono stati sottratti, smistati tra i comuni di Ciro’ Marina (Crotone), Fagnano Olona (Varese) e Gallarate (Varese) e 28 i beni mobili tra conti correnti e titoli di cassette di sicurezza depositate in Svizzera (per queste e’ stata necessaria una rogatoria internazionale al fine di recuperare il contenuto di oltre 225mila euro) oltre a tre aziende – in particolare una grossa di onoranze funebri – e due auto. Oltre alle misure patrimoniali, il tribunale ha emesso anche due misure personali di sorveglianza speciale con obbligo di dimora nel comune varesotto. Secondo il pentito Alessandro Montella, l’ex corriere della droga speciliazzato nel trasporto di stupefacenti dal Nord Afrina alla Spagan e poi in Italia, era proprio attraverso Mario Accarino che il clan Gionta insieme con gli altri due narcos Raffaele Scarpa o’ dottore e Raffaele Imperiale lelluccio o’ parente (quello dei Van Gogh rubati) ed entrambi legati a doppio filo con gli Amato Pagano, importavano droga in Italia. Accarino era specializzato anche nel reinvestimento in Tunisia dei proventi del traffico di droga.
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