Dopo l’arte della pizza, anche la panificazione all’ombra del Vesuvio aspira al riconoscimento Unesco come patrimonio immateriale dell’umanita’. E’ dal 500 che i panificatori di San Sebastiano al Vesuvio usano sempre la stessa tecnica e sempre gli stessi ingredienti: farina, acqua, sale e livito madre. Un processo in parte comune a quello della pizza. Ed e’ per questo che da San Sebastiano al Vesuvio, da Massa di Somma e da San Giorgio a Cremano, i comuni promotori dell’iniziativa, contano di riuscire a completare l’iter velocemente. “Perche’ parte del lavoro e’ gia’ fatto – spiega il sindaco di San Sebastiano al Vesuvio, Salvatore Sannino – Con il riconoscimento dell’arte della pizza, si e’ certificato l’impasto e la lavorazione, che e’ molto simile a quella della panificazione. Ottenere anche per l’arte della panificazione lo stesso riconoscimento significherebbe aiutarci a coonservare una tradizione e soprattutto a creare occupazione”. A San Sebastiano al Vesuvio infatti nascera’ a breve la cittadella del pane utilizzando una villa confiscata alla camorra. “Li’ faremo anche formazione – spiega Sannino -per tramandare il mestiere e avvicinare le nuove generazioni”. Da un paio di mesi e’ cominciata la raccolta firme, che vede impegnati anche pizzaioli noti a Napoli che si sono gia’ impegnati per il riconoscimento dell’arte della pizza.
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