Proseguono regolarmente le attivita’ di bonifica della discarica di Cava “Ranieri” a Terzigno, di cui e’ soggetto attuatore la Sogesid, societa’ in house del Ministero dell’Ambiente. Oggi – e’ stato spiegato – la percentuale di avanzamento dei lavori supera il 75% e l’area appare gia’ visibilmente libera dai cumuli: entro fine febbraio, a sei mesi dall’avvio delle attivita’ di rimozione, sara’ completamente ripulita dagli oltre 11 mila metri cubi di rifiuti di varie tipologie che la colmavano, mentre a fine aprile saranno resi noti i risultati delle analisi chimico fisiche sui suoli al di sotto dei rifiuti, attivita’ svolta con l’ausilio di ARPA Campania. Per mostrare i passi in avanti compiuti nel risanamento e le potenzialita’ del territorio in mattinata si e’ svolto l’evento “La storia ritrovata: Cava Ranieri da sito di stoccaggio a sito archeologico”, organizzato dal Sindaco di Terzigno, Francesco Ranieri, alla presenza di istituzioni locali, tra cui il Presidente del Parco Agostino Casillo, e giovani delle scuole. Ha partecipato all’iniziativa il Presidente e amministratore delegato della Sogesid Spa Enrico Biscaglia con i tecnici impegnati nell’area. Presente anche il consigliere di amministrazione della Societa’, l’ingegnere Gaetano Barra. Secondo quanto previsto dalla convenzione con il ministero dell’Ambiente, la Sogesid svolge nel progetto, previsto dall’accordo di programma del 2008 (integrato l’anno successivo) per le “compensazioni ambientali” nella Regione Campania, il ruolo di Soggetto Attuatore: prima ha redatto il progetto dell’intervento di rimozione, poi ha affidato l’esecuzione dei servizi attraverso una gara a evidenza pubblica al R.T.I. EDILGEN-F.lli Gentile. Personale della Sogesid opera quale Responsabile unico del procedimento e Direzione dell’esecuzione del contratto: l’importo appaltato ammonta a oltre un milione e ottocento mila euro.
“A Cava Ranieri stiamo accompagnando con le nostre competenze tecniche e secondo il mandato del Ministero dell’Ambiente – ha spiegato il presidente Biscaglia – la voglia della comunita’ e dell’amministrazione di Terzigno di chiudere una storia di pericoli ambientali, aprendone una di rilancio del territorio”. “Per Terzigno – ha aggiunto Biscaglia – abbiamo molte attivita’ in campo: quella che ha portato a rimuovere dalle strade oltre 6.000 tonnellate di rifiuti di vario genere, l’installazione del sistema di videosorveglianza, la messa in sicurezza della discarica Campitelli e gli interventi su cinque chilometri di rete fognaria di Boccia al Mauro, i cui lavori saranno avviati la prossima settimana e termineranno a fine luglio”. “A cio’ – conclude Biscaglia – va aggiunto il progetto con l’Ente Parco del Vesuvio, per ripristinare i luoghi colpiti dagli incendi e ripensare i sentieri del Parco nell’ottica di una nuova fruibilita’ turistica”. La cava sorge in localita’ Boccia al Mauro, in una zona di particolare importanza sotto il profilo ambientale e archeologico: si trova infatti nel Parco Nazionale del Vesuvio, in un’area SIC (Sito di Interesse Comunitario) sottoposta a vincolo Paesistico e Paesaggistico Ambientale. In prossimita’ del sito vi sono stati negli anni ’80 straordinari ritrovamenti di ville rustiche di epoca romana, seppellite dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C.. Per questo motivo il comune di Terzigno ha avviato un progetto per la realizzazione di un parco archeologico naturalistico nell’area, di cui e’ presupposto la bonifica dell’area di discarica. Il progetto della Sogesid ha previsto dunque innanzitutto indagini archeologiche, con trincee che hanno portato alla luce alcune evidenze su presunte attivita’ agricole dell’epoca e sugli eventi eruttivi. A questa fase sono seguite la redazione del Piano operativo e le varie attivita’: la rimozione del telo in polietilene che isolava i rifiuti, il carico, trasporto e conferimento dei cumuli, dopo la loro campionatura e codifica, in un impianto di trattamento o in discarica autorizzata. Dopo la totale rimozione dei rifiuti seguira’ l’indagine sui suoli con la validazione dei dati da parte dell’Arpa Campania, infine la rinaturalizzazione dell’area con arbusti tipici dell’area vesuviana quali le ginestre e il lentisco.
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