Domani, sabato 10 febbraio, alle ore 19.00 presso lo ZTN di Vico Bagnara 3/A (di fronte piazza Dante) a Napoli, va in scena “Io, Nazario Sauro”. Un ritratto inedito di un eroe della Grande Guerra.
Spinta dalla curiosità di approfondire chi fossero e cosa fecero alcuni di questi personaggi, e motivata anche dall’occasione del centenario della Grande Guerra, la Compagnia della Testa, dopo accurate ricerche, sceglie di mettere in scena la storia di Nazario Sauro, patriota irredentista italiano nativo dell’Istria, vissuto tra la fine dell’ottocento e la Prima Guerra Mondiale.
Il testo, scritto e interpretato da Francesco Cevaro, immagina gli ultimi sessanta minuti di vita del marinaio istriano, imprigionato nel carcere di Pola e condannato a morte per alto tradimento. Egli infatti, italiano di Capodistria, allora parte dell’impero austro-ungarico, era infatti colpevole di aver disertato l’esercito imperiale e di varcato il confine per unirsi alle truppe nemiche italiane.
Non si tratta di una semplice descrizione storica, “Io, Nazario Sauro” è soprattutto il racconto intimo del lato umano di questo personaggio, che mette in discussione le sue convinzioni, le sue idee e le sue scelte proprio nell’ultima puntata della sua vita.
Tutto questo in un monologo di circa un’ora, denso di pathos ma anche volutamente e follemente leggero, che cerca di confrontarsi con la nostra storia, recuperando una delle figure del nostro recente passato e cercando, per quanto possibile, di capirne i sentimenti e gli ideali che la animavano.
Lo spettacolo immagina gli ultimi sessanta minuti di vita di Nazario Sauro, condannato a morte per alto tradimento dal tribunale di Pola, allora territorio dell’Impero austro-ungarico.
La scena è quindi ambientata proprio nella prigione dove morì e nella testa del protagonista, attraverso i ricordi di un pezzo di storia e di vita privata. Solo contro tutti e in attesa del tragico epilogo, Nazario Sauro scrive una lettera ai suoi figli (fatto realmente accaduto). Ma mentre scrive, la mente distratta gli fa ripercorrere a tratti la sua intera vita, privata e pubblica, dall’infanzia alla maturità, passando per il lavoro come marinaio commerciale, i tanti amici al caffè della Loggia della sua Capodistria, il matrimonio; ma anche ed ovviamente le imprese belliche, col supporto attivo alla causa indipendentista albanese contro i Turchi, arrivando alla decisione, allo scoppio del conflitto mondiale, di raggiungere Venezia e di combattere per l’unificazione dell’Istria all’Italia. E poi gli eventi di guerra, la cattura, l’infamante processo in cui egli, per salvarsi la vita, finse di essere italiano e non cittadino austriaco, con lo straziante episodio di sua madre costretta a fingere di non conoscerlo per salvargli la vita ed infine il più turpe dei tradimenti, quello del cognato, finanziere per gli austriaci, che pubblicamente lo riconosce, condannandolo così indirettamente a morte.
Lo spettacolo non prevede un biglietto di ingresso. L’artista si esibisce a cappello e, a fine serata, ognuno metterà qualcosa con una libera offerta.
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