ÂÂNon ci sono soltanto le ecoballe da smaltire. LâÂÂinchiesta di Fanpage ha riportato allâÂÂattenzione nazionale un allarme ambientale che dura da decenni e che la politica non ha voluto risolvere: quello dello smaltimento dei fanghi di depurazione, un vero e proprio buco nero. In Campania sono circa 350mila le tonnellate di fanghi da depurare ogni anno provenienti dagli impianti presenti in regione. Il prezzo medio per lo smaltimento si aggira intorno ai 145 euro a tonnellata, portando quindi il giro dâÂÂaffari legale a 50 milioni di euro allâÂÂanno a carico dei vari enti, da quello regionale a quello locale. Tonnellate di rifiuti speciali che oggi vengono trasportate in Puglia o in Sicilia vista lâÂÂassenza in Campania di discariche e di impianti di trattamento adeguati. Uno scenario questo che stimola gli appetiti illeciti di imprenditori senza scrupoli a danno del territorio e dellâÂÂambienteâÂÂ.
Così Stefano Ciafani e Mariateresa Imparato, rispettivamente direttore generale nazionale e presidente regionale di Legambiente lanciano lâÂÂallarme sullo smaltimento dei fanghi di depurazione in Campania.
âÂÂUna cosa è certa â denunciano Ciafani e Imparato di Legambiente â lo smaltimento dei fanghi di depurazione non è certo unâÂÂemergenza. Da almeno trentâÂÂanni gli addetti ai lavori, amministratori locali e regionali, conoscevano bene lâÂÂentitàdelle quantitàda smaltire, che è destinata a crescere in maniera proporzionale alla qualitàdella depurazione. Semplicemente si è sempre fatto finta di nulla, senza voler affrontare la questione in maniera sistematica e strutturale, adeguando gli impianti stessi per il trattamento in loco dei fanghi. E così come avviene per la frazione organica dellâÂÂumido, anche per i fanghi da depurazione si preferiscono movimentazioni e smaltimenti in localitàremote. Residui che potrebbero, invece, essere disidratati e inertizzati, producendo magari energia da fonte rinnovabile o riutilizzati, laddove compatibili, anche in agricoltura. Come purtroppo accade spesso in Campania è mancata la volontàpolitica di affrontare questa problematica, dando vita anche in questo caso a una gestione che fa acqua da tutte le parti. Il vero nodo resta quello legato ai Servizi Idrici che in questa regione non hanno funzionato a dovere, producendo così costi ambientali ed economici sempre più elevati. Insomma, mentre la politica resta a guardare i cittadini, lâÂÂambiente e il territorio continuano ad essere gli unici a pagareâÂÂ.
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