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Giugliano, lo scontro tra gli Amato Pagano e i Cancello dietro l’agguato a Pellecchia

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Giugliano. Un agguato di camorra per uccidere ma Giuseppe Pellecchia si è salvato grazie all’abilità del 36enne di scappare riparandosi nel giardino di una villetta. Per alcuni minuti, però, è stato vicino alla morte. Ai militari di Giugliano che indagano sul caso non ha fornito nessun dettaglio utile alle indagini. Giuseppe Pellecchia era un ex estorsore legato agli Amato-Pagano clan egemone sul territorio di Melito. Negli anni sembrerebbe si sia avvicinato ad altri dando vita ad una sorte di scissione nella cosca. Il 36enne era dedito alla vendita di sigarette di contrabbando. I suoi killer l’hanno raggiunto proprio lì, nel posto dove faceva il commercio.
Pellecchia, sentiti i primi spari si è dato alla fuga. Una corsa di oltre 500 metri che l’ha portato ad una serie di villette e in un giardino ha trovato riparo. Pellecchia, colpito, è stato poi condotto all’ospedale di Pozzuoli e non è in pericolo di vita. I militari procedono con le indagini e come prima pista seguono quella di una faida interna agli Amato-Pagano. E in particolaretra la famiglia Cancello del Lotto G di Scampia, a cui Pellecchia si sarebbe avvicinato da qualche tempo, e gli scissionisti con base a Melito. Un’ipotesi che gli investigatori stanno seriamente vagliando e che lascerebbe pensare a una possibile epurazione interna. Forse Pellecchia doveva essere “punito” per questioni legate al passato.
Il 36enne non è un volto sconosciuto alle forze dell’ordine. Nel 2004 era stato arrestato dalla Squadra mobile di Napoli per aver chiesto il pizzo per conto degli Amato-Pagano. Secondo l’ipotesi accusatoria, l’indagato, con l’aiuto di un complice, avrebbe taglieggiato un commerciante di Melito. Il 36enne avrebbe chiesto – sempre secondo la ricostruzione effettuata dagli investigatori -per conto degli “amici di Melito” il pagamento di una tangente in cambio della “tranquillità”. La polizia, in seguito a una breve indagine, era quindi riuscita a sorprendere in flagranza di reato il 36enne che proprio in quel frangente stava cercando di riscuotere la tangente dal titolare dell’impresa commerciale.


Articolo pubblicato il giorno 16 Febbraio 2018 - 10:00


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