Napoli. Sono accusati di induzione alla corruzione per essersi finti imprenditori e aver testato la ‘corruttibilità’ di alcuni politici campani, il direttore della testata giornalistica online Francesco Piccinini e il giornalista Sacha Biazzo. L’inchiesta della Procura di Napoli mina, ancora una volta la libertà di stampa ed il diritto dovere ad informare e ad essere informati. La Federazione Nazionale della Stampa e il sindacato unitario dei giornalisti campani si sono schierati accanto ai colleghi di Fanpage che stamane hanno subito una perquisizione, disposta dalla Procura di Napoli. “Tutto questo è assurdo, abbiamo messo a repentaglio la nostra incolumità per questa inchiesta e ora ci ritroviamo indagati” ha detto il direttore della testata online Fanpage.it Francesco Piccinini, coinvolto nell’indagine giudiziaria che ha fatto scattare le perquisizioni negli uffici di Luciano Passariello, consigliere regionale, membro della commissione anticamorra e capolista di Fratelli d’Italia, su ordine della Procura di Napoli. Fanpage ha utilizzato giornalisti ‘provocatori’, che avrebbero avvicinato e fatto parlare diversi politici e imprenditori, proponendo affari sullo smaltimento dei rifiuti. “Io – spiega il direttore – ho recitato la parte di un industriale del Nord che doveva sversare dei rifiuti. Abbiamo incontrato dei camorristi che ci hanno spiegato dove sotterrare quei rifiuti, chiedendoci 30mila euro a camion. Abbiamo messo una telecamera addosso a un ex boss dei rifiuti mandandolo in giro per l’Italia a incontrare industriali e politici per prendere accordi in cambio di tangenti”. Piccinini, insieme al giornalista che ha realizzato l’inchiesta, Sacha Biazzo, e all’ex boss dei rifiuti impiegato nell’operazione, risultano indagati per induzione alla corruzione. “Noi – sottolinea il direttore di Fanpage – abbiamo fatto questo nell’ambito di un’inchiesta giornalistica. E’ chiaro che non abbiamo smaltito rifiuti né preso soldi”. Ovviamente, prosegue Piccinini, “ci è stato spiegato che si tratta di un atto dovuto, ma resta una cosa spiacevole”. Piccinini precisa di aver avuto sin dall’inizio “un rapporto di dialogo” con le forze dell’ordine. “Abbiamo anche consegnato tutto il girato, per non lasciare dubbi sulla nostra buona fede”. Stamattina la polizia ha perquisito la stessa redazione di Fanpage per acquisire nuovo materiale audiovisivo.
In serata una nota di Fnsi e Sugc di vicinanza e solidarietà ai colleghi: “La redazione di Fanpage è stata perquisita e due giornalisti risultano indagati per corruzione e traffico di rifiuti. Questo perchè i colleghi sono stati protagonisti di una inchiesta nella quale sono riusciti a documentare il traffico di rifiuti illeciti e i collegamenti tra camorra e politica grazie ai quali lo smaltimento delle sostanze tossiche avveniva senza alcun controllo provocando disastri ambientali”. “La procura era stata informata già dal direttore Francesco Piccinini di quanto era stato documentato. Mettere i giornalisti sotto inchiesta e perquisire una redazione non possono essere considerati ‘un atto dovuto’ – affermano gli organismi sindacali di categoria – soprattutto perchè sono in gioco la libertà di informare e la tutela delle fonti dei cronisti, la cui segretezza non può essere messa in alcun modo a repentaglio”. Sindacato unitario dei giornalisti della Campania e Federazione nazionale della Stampa italiana esprimono “solidarietà ai colleghi di cui difenderanno in ogni sede il diritto di fare il loro lavoro nell’interesse dei cittadini ad essere informati”.
Articolo pubblicato il giorno 15 Febbraio 2018 - 21:53