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Frattamaggiore, il legale del gioielliere: ‘La pistola del video era dei banditi e la stava consegnando alla polizia’

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Luigi Corcione, il gioielliere che sabato sera ha sparato e ucciso uno dei  quattro rapinatori (Raffaele Ottaiano)che poco prima avevano preso d’assalto il suo negozio a Frattamaggiore nelle immagini diffuse dagli organi di stampa, “non era intento a minacciare uno dei rapinatori, impugnando una pistola” ma era invece “intento a consegnare – a uno dei poliziotti intervenuti – una pistola sottratta a uno dei rapinatori“. A sostenerlo, attraverso un comunicato, e’ Luigi Ferrante, avvocato del gioielliere, secondo il quale la ricostruzione fatta “non corrisponde a verita'” ed “e’ lesiva della reputazione” del suo assistito. L’avvocato chiede, quindi, “un’ampia rettifica” dei fatti.
Luigi Corcione “porta i segni di una esperienza drammatica”. A sottolinearlo, in un comunicato, e’ il suo avvocato Luigi Ferrante. La sua gioielleria, spiega il legale di Corcione, “e’ stata oggetto di un ‘assalto’ da parte di almeno quattro rapinatori, tutti armati e tutti con il volto travisato, un negozio dove al momento dell’irruzione dei malviventi, vi era una inerme commessa e due ragazzini letteralmente ‘pietrificati’ per la paura”. Corcione e’ intervenuto, sottolinea l’avvocato Ferrante, “vista l’irruzione e l’aggressione alla donna e ai ragazzini (tramite le telecamere collocate nella sua abitazione, adiacente alla gioielleria)”. Quello che e’ accaduto, dice ancora Ferrante, “e’ oggetto di indagine”. Il legale del gioielliere ribadisce che Luigi Corcione “si e’ trovato in una situazione di concreto e attuale pericolo di vita, una situazione drammatica che lo ha costretto a difendesi grazie a una pistola regolarmente detenuta”.

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Intanto dopo l’arresto degli altri tre banditi, palo compreso, che avevano preso parte alla rapina mortale e in attesa dell’esatta ricostruzione dell’accaduto che potrà avvenire solo con un attento esame balistico attarverso l’utilizzo dei mezzi che stabiliscono con precisione scientifico le tratiettorie dei colpi non dovrebbe cambiare, la posizione processuale del 32enne gioielliere Luigi Corcione. Soprattutto alla luce del fermo dei tre rapinatori, di cui uno ferito da un colpo d’arma da fuoco, – che avevano appena assaltato il proprio negozio, ubicato in pieno centro a Frattamaggiore. L’imprenditore e’ indagato per omicidio colposo caratterizzato dall’eccesso di legittima difesa, ma da fonti della Procura di Napoli Nord, si apprende che l’imputazione dovrebbe restare tale, al massimo con l’aggiunta del reato di lesioni, che comunque non dovrebbe cambiare la sostanza delle cose. L’ipotesi prevalente resta infatti quella della reazione eccessiva posta in essere da Corcione, che ha riferito di essere stato minacciato con la pistola dai banditi, in particolare da Raffaele Ottaiano, il malvivente rimasto ucciso da un proiettile sparato al petto dal gioielliere. La dinamica su quanto accaduto all’esterno della gioielleria resta comunque da chiarire.Gli inquirenti si attendono risposte importanti soprattutto dagli esami balistici, piu’ che dall’autopsia: c’e’ da capire se anche i banditi abbiano fatto fuoco, circostanza non ancora emersa. Di certo Corcione ha sparato piu’ volte, colpendo Ottaiano e un secondo bandito, che e’ poi riuscito a fuggire ed e’ stato catturato nella notte, in compagnia del quarto elemento della banda, in un appartamento di Orta di Atella, nel Casertano. Il quinto uomo del gruppo invece e’ stato invece preso nella sua abitazione di Caivano, dopo essere stato riconosciuto, grazie alle immagini di videosorveglianza del negozio, dagli indumenti che indossava durante il colpo; e’ lui che avrebbe prima armeggiato fuori alla porta di ingresso della gioielleria per poi bussare, e far entrare i complici.


Articolo pubblicato il giorno 13 Febbraio 2018 - 17:44

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