Frattamaggiore. E’ durata 72 ore la fuga degli altri componenti della banda di Caivano che sabato sera hanno tentato l’assalto alla gioielleria Corcione di Frattamaggiore, colpo finito nel sangue con la morte del loro complice Raffaele Ottaiano e la cattura di Luigi Lauro di Crispano, il quinto della banda. I carabinieri infatti hanno arrestato Carmine Pagnano, 30 anni, ferito all’avambraccio destro da un colpo di pistola, Antonio Topa, 28 anni, e Pietro D’Angelo, 41 anni. I primi due sono del Bronx, il famigerato rione delle case popolari Iacp di in via Atellana a Caivano e hanno subito ammesso la loro partecipazione al colpo. Il terzo, quello più anziano, che avrebbe svolto il ruolo di palo, abita a Frattamaggiore. La svolta, sarebbe mturata soprattutto grazie all’analisi delle immagini riprese dagli ipianti di videosorveglianza publica e privata presenti intorno alla zona del raid e grazie ad alcune fonti confidenziali che avrebbero subito indirizzato gli investigatori sulla pista giusta: quella che por-tava dritto a Caivano. La stessa città nella quale viveva Ottaiano, il rapinatore rimasto ucciso, legato da un forte legame di amicizia con i suoi complici, in particolare con Pagnano e Topa: anch’essi residenti nel comune a nord di Napoli. Agli investigatori è bastato controllare i telefoni ele chat di Ottaiano e Lauro per capire chi potevano essere “gli amici” che avevano partecipato al raid mortale. Il palo, invece, Luigi D’Angelo, proprio nelle ultime ore, aveva invece provato a far perdere le proprie tracce allontaandosi nell’Avellinese: tutto inutile. Era stato riconosciuto dalle immagini di video sorveglianza all’esterno della gioielleria Corcione. Incastrato soprattutto dal giubbotto e dalle scarpe che indossava al momento della rapina e che sono state trovate nella sua abitazione. Era stato lui a far entrare i complici.Il blitz che ha azzerato la banda dei pericolosi criminali è scattato nel cuore della notte tra lunedì e martedì. Una cinquantina di carabinieri – i militari del Gruppo di Castello di Cisterna, quelli della compagnia di Casoria diretta dal capitano Francesco Filippo e i militari della tenenza di Caivano – ha eseguito il decreto di fermo, disposto dal pubblico ministero Stefania Faiella, della procura di Napoli Nord, diretta da Francesco Greco, per i reati in concorso di tentata rapina aggravata, detenzione e porto di arma clandestina e ricettazione. Due degli arrestati, vale a dire Carmine Pagnano e Antonio Topa, portati nella caserma della tenenza di Caivano, davanti al pubblico ministero hanno confessato, ammettendo di aver partecipato all’assalto della gioielleria Corcione di Frattamaggiore. I tre fermati, sono stati rinchiusi nel carcere di Poggioreale in attesa dell’udienza di convalida del fermo.
Ieri pomeriggio, intanto presso l’obitorio dell’Istituto di medicina legale del Secondo Policlinico, è stata eseguita l’autopsia sul corpo di Raffaele Ottaiano dal dottore Luigi Barbato, perito nominati dal pm Giuseppe Borriello. L’avvocato Luigi Ferrante, legale del gioielliere Luigi Corcione (iscritto nel registro degli indagati per omicidio colposo derivante da eccesso di legittima difesa) ha invece conferito l’incarico di perito di parte al dottore Felice Nunziata. Al perito balistico Carlo Giorleo il pubblico ministero ha anche dato mandato di esaminare la salma e provvedere alle perizie balistiche per determinare l’esatta posizione di chi ha esploso i colpi di pistola e con quali armi: quella del gioielliere, le due sequestrate ai rapinatori e la pistola di ordinanza con la quale l’ispettore di polizia libero dal servizio ha esploso un paio di colpi in aria a scopo intimidatorio, prima di bloccare Luigi Lauro. È questo sicuramente il passaggio più importante e delicato per la posizione giudiziaria del gioielliere.
Inella foto da sinistra la vittima Raffaele Ottaiano, e i complici, Antonio Topa, Carmine Pagnano)
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