Eboli. E’ stato condannato a 7 anni e mezzo di carcere Gennaro Russo, l’allenatore accusato di violenza sessuale ai danni di alcune calciatrici ad Eboli. La sentenza emessa, ieri pomeriggio in secondo grado, dai giudici della Corte di appello di Salerno ha ridotto di un anno e sei mesi la condanna rispetto alla sentenza di primo grado emessa lo scorso anno.
I giudici di secondo grado Palumbo, Rulli e Clemente, hanno confermato l’impianto accusatorio procedendo ad una rivalutazione della pena un po’ più bassa rispetto al primo processo.
Gli episodi contestati all’uomo di cinquantasei anni, originario di Napoli e residente ad Agropoli, ausiliario di cancelleria presso la sede distaccata di Eboli del Tribunale, risalirebbero al 2012 fino a maggio 2013: approcci, carezze spinte, fino ad arrivare ad un rapporto sessuale consumato con un’allieva che il mister aveva accompagnato a casa. Fu la denuncia di questa ragazza a fare aprire le indagini e, dopo, arrivarono anche le conferme da parte di altre ragazze. Ad incastrare l’uomo sarebbero state anche due conversazioni registrate in cui Russo ammetteva di aver avuto con una delle calciatrici un rapporto sessuale. Nella conversazione la minore manifestava al mister il timore di essere rimasta incinta e lui si limitava a dubitare che potesse aver provocato una gravidanza confermando di fatto, secondo le accuse che hanno retto nel primo e secondo grado di giudizio, il rapporto sessuale.
Registrazione che avrebbe avvalorato il racconto dell’adolescente secondo cui, a maggio 2013, l’allenatore le aveva offerto un passaggio a casa ed approfittando di quell’occasione l’aveva condotta in una zona isolata dell’area industriale di Eboli e consumato il rapporto sessuale. E quando si confidò con le compagne di squadra, venne alla luce che altre due, quindici e sedici anni, avevano subito in più occasioni palpeggiamenti ed atti osceni in seguito denunciati. Si attende il deposito delle motivazioni.
Articolo pubblicato il giorno 3 Febbraio 2018 - 16:36