Dimezzata la pena per il gioielliere narcotrafficante internazionale di stupefacenti Vincenzo Capezzuto, 11 anni di sconto. La Corte di appello di Napoli – III sezione penale – , in accoglimento delle richieste formulate dagli avvocati Dario Vannetiello e Luigi Petrillo, nella tarda serata di ieri ha drasticamente ridotto la pena inflitta in primo grado a Capezzuto Vincenzo in data 07.03.16 dal Tribunale di Napoli, oltre ad alleggerire in maniera significativa le accuse inizialmente elevate nei suoi confronti dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli.
Colui che era stato ritenuto sia dalla direzione distrettuale antimafia di Napoli sia dal Tribunale di Napoli il direttore e l’organizzatore di una vasta organizzazione dedita, dal 2001 al 2006, alla importazione di cocaina dalla Spagna e dall’Olanda ora non lo è più.
Infatti, i giudici di secondo grado hanno ritenuto Capezzuto Vincenzo un mero partecipe della associazione, riducendo la pena da anni ventiquattro inflitti in primo grado a soli anni tredici di reclusione, quindi con una fortissima riduzione pari a di ben undici anni di carcere.
Non solo, appare rilevante e molto favorevole al Capezzuto un’ altra statuizione indicata nel dispositivo di sentenza relativa ad un altro gravissimo reato contestato a Capezzuto, afferente a cessioni di droga avvenute nei comuni di Marano, Qualiano e Villaricca dirette da Capezzuto protrattesi per moltissimi anni e sino al marzo 2011.
Infatti, rispetto agli imponenti reati di cessione di droga avvenuti in favore di numerosi clan operanti in Campania, cessioni che secondo il narrato dei pentiti erano pari a centinaia di chili, la Corte non ha ritenuto provata la aggravante di cui all’art. 80 dpr 309/90, cioè la aggravante prevista dalla legge quando le transazioni riguardano ingenti quantità di stupefacente.
Così, la avvenuta esclusione della qualità di capo della associazione in uno alla avvenuta esclusione della altra aggravante cd. ingente quantità di droga trattata, appaiono dati che consentono alla difesa nella immediatezza di inoltrare la richiesta di arresti domiciliari nonché in futuro di poter ottenere i benefici delle misura alternative al carcere laddove diventi definitiva la sentenza di condanna nei suoi confronti.
Il processo si è svolto con il rito ordinario ed è stato caratterizzato da un lunga ed approfondita istruttoria dibattimentale svoltasi innanzi alla prima sezione del Tribunale di Napoli, presieduta dal dott. Barbarano.
Capezzuto Vincenzo, che aveva inizialmente affidato la difesa al noto avvocato Giulia Buongiorno per poi preferire l’avvocato Dario Vannetiello, era stato titolare di un laboratorio orafo in Napoli a Piazza degli Orefici, ma già da metà degli anni duemila si era trasferito a Vienna
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