Napoli. Il maggiore ex Noe, Gianpaolo Scafarto, sarebbe la fonte del giornalista del Il fatto Quotidiano che pubblicò la notizia sull’indagine Consip. A riportarlo il quotidiano La Stampa che dà conto di messaggi e delle testimonianze che hanno spinto la Procura di Roma ad indagare l’ufficiale, ora sospeso. I contatti contestati sono quelli con il giornalista Marco Lillo e le prove sarebbero in almeno due messaggi whatsapp che Scafarto si è scambiato con l’ex comandante del Noe di Roma, Marco Cavallo.
Il 21 dicembre 2016 dopo l’uscita del primo articolo sul quotidiano diretto da Marco Travaglio (che raccontava di alcune perquisizioni in Consip), Cavallo scrive a Scafarto: “Sul Fatto Quotidiano online non c’è nulla. Certo se il nostro Comandante Generale (all’epoca era Tullio Del Sette) è indagato ci sarà un terremoto”. E Cavallo chiede a Scafarto: “Ma la domanda è lui come sapeva? Ti prego preferisco non sapere”. Secondo quanto riporta La Stampa, Cavallo avrebbe dichiarato che quel giorno, pur non essendoci nessuna notizia di stampa relativa all’indagine su Del Sette, Scafarto aveva già informato Marco Lillo. “Scafarto la sera del 20, o più presumibilmente il 21 mattina, mi disse che il comandante generale era ’responsabile’ per aver informato gli indagati – che non sapevo chi fossero – delle intercettazioni e che la notizia sarebbe uscita sul Fatto Quotidiano”, spiega Cavallo nel suo verbale al Procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone e ai sostituti che lo hanno interrogato nei mesi scorsi. Anche il colonnello De Rosa, altro ufficiale del Noe, confermerà poi la versione di Cavallo. De Rosa sostiene che parlando con il colonnello Alessandro Sessa seppe che Scafarto aveva ammesso di aver informato lui il giornalista del Fatto Quotidiano sugli interrogatori e sulle iscrizioni nel registro degli indagati. Gli articoli per i quali la procura di Roma ravvisa la rivelazione del segreto d’ufficio sono quelli nei quali il giornale dava notizia di perquisizioni nella centrale acquisti della pubblica amministrazione e delle iscrizioni nel registro degli indagati dell’ex comandante generale dell’Arma, Tullio Del Sette e del Ministro dello Sport, Luca Lotti ed uscirono il 21, 22 e 23 dicembre. La Procura di Roma aveva inizialmente indagato per questi episodi il pm di Napoli, Henry John Woodcock e la giornalista di Rai Tre, Federica Sciarelli. I due però, dopo le indagini dei carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Roma, sono stati archiviati ed oggi alla procura rimane come indagato il maggiore Scafarto, difeso dagli avvocati Giovanni Annunziata e Attilio Soriano. A Scafarto la procura contesta, oltre questa rivelazione, anche il reato di depistaggio, 5 falsi e altre due rivelazione del segreto d’ufficio: una verso l’Aise (il Servizio Segreto estero), e l’altra verso il giornalista del quotidiano La Verità, Giacomo Amadori.
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