Boscoreale.Sono stati condannati i due nipoti del boss Alfonso Annunziata detto a’ calabrese per il tentato omicidio dell’ex marito di una loro cugina. Il tribunale di Torre Annunziata ha infatti condannato a 6 anni e 8 mesi di carcere sia Vincenzo Lettieri (quello che materialmente fece fuoco) sia il cugino Aniello Gallo che guidava l’auto. Al centro della vicenda, che risale al 2012, Pasqua Teodosio, nipote del boss che divisa dall’ex marito voleva indietro la casa nella quale avevano abitato insieme. Ma dietro le risposte negative dell’uomo prima fece compiere un raid incendiario per costringere a lasciare l’abitazione e poi addirittura da mandato ai suoi cugini di ucciderlo. Ma il tentativo fallisce. La mancata vittima dell’agguato è Giuseppe Di Casola, un operatore ecologico della Ambiente Reale, la società che si occupa della raccolta rifiuti a Boscoreale, autista dei camion della nettezza urbana. Ma quando si arriva allnel corsod ella separazione tra i due coniugi si erano verificati numerosi screzi che arrivarono al culmine quano si discusse della divisione del patrimonio immobiliare. L’uomo si prende prima i figli poi rifiuta di cedere il 50% del patrimonio immobiliare realizzato quando la coppia viveva insieme. La donna che non accetta tale situazione attua una strategia.
Al marito bisogna far capire che è meglio cedere, da qui l’idea di minacce e intimidazioni. Compito affidato ai suoi cugini Aniello Gallo, Vincenzo Lettieri e Giuseppe Aquino. L’uomo non si “piega”. Nessuna trattativa, manda a dire, anche perché non c’è necessità dal momento punta ad ottenere il massimo con la separazione. Pasqua prende tempo ma col passare delle settimane il rancore diventa sempre più grande fino ad arrivare al raid vendicativo e a ordinare la “spedizione di sangue” ai cugini che già avevano minacciato l’uomo.
Si arriva al 13 giugno del 2012. Dalle parole intimidatorie si passa all’azione con le armi. Aniello Gallo e Vincenzo Lettieri inseguono e bloccano l’ex marito della donna alla guida del camion di servizio. Lettieri impugna l’arma e spara il colpo che attraversa la lamiera e sfiora la vittima. Per i Pm della Procura oplontina una chiara volontà di uccidere. A fermare il piano omicida dei due sicari è una pattuglia della Finanza impegnata in un servizio a via Settetermini, tra Torre Annunziata e Bosocoreale. È la salvezza. Aniello Gallo dà l’allarme e i killer fuggono verso Boscoreale lasciando sul posto la vittima in preda allo choc.
Dopo circa un mese, la verità, gli arresti e la spiegazione del raid: punizione per una separazione tra coniugi. I quattro vennero arrestati con l’accusa di estorsione e tentato omicidio. Nell’ordinanza finì anche un altro cugino, Giuseppe Aquino, calciatore boschese accusato di aver preso parte alla strategia delle minacce ai danni dell’ex marito della donna.
Articolo pubblicato il giorno 3 Febbraio 2018 - 08:10