Aversa, arrestati il prete esorcista, un dirigente della polizia e i genitori di una vittima

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Aversa. Riti esorcisti e violenze sessuali, finisce in carcere il parroco Michele Barone, agli arresti domiciliari un dirigente della polizia di stato e una coppia. Stamani, gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Caserta, su disposizione della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, ha dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip nei confronti di Michele Barone, 42 anni, sacerdote appartenente alla diocesi di Aversa, finito in carcere; Luigi Schettino, 40 anni di Caserta, dirigente della Polizia di Stato ai domiciliari; Cesare Tramontano, 51 anni, ai domiciliari e Lorenza Carangelo, 48 anni, ai domiciliari. Questi ultimi sono i genitori di una delle vittime.
Le indagini, dirette dalla Procura e affidate alla Squadra Mobile della Questura di Caserta, hanno consentito di stigmatizzare un contesto criminale inquietante, che vede quale protagonista il sacerdote Michele Barone, appartenente alla diocesi di Aversa. Questi, agendo senza l’autorizzazione del Vescovo diocesano e, dunque, in totale spregio delle regole e delle prescrizioni dell’organizzazione clericale, ha perpetrato su numerose donne – tra le quali la minore T.A. e la giovane C.R. – medievali e brutali riti esorcisti, le cui modalità esecutive hanno concretizzato permesso alla procura di ipotizzare le accuse di violenza sessuale aggravata e maltrattamenti in famiglia.
In particolare, Barone, ingenerando nelle giovani donne la convinzione di essere possedute dal demonio, ha carpito la loro buona fede e le ha sottoposte a trattamenti disumani e profondamente lesivi della loro integrità psicofisica, nonché della loro dignità. Infatti, nel corso di “quotidiani” riti di liberazione e purificazione dell’anima, sia T.A., sia C.R., nonché, numerose altre vittime, sono state violentemente percosse, brutalmente ingiuriate costantemente minacciate e costrette a subire, contro la loro volontà, atti sessuali, consistiti in palpeggiamenti in zone erogene, nella sottoposizione forzata a denudazione e nella aberrante prassi di dormire, nude, insieme al prete e alla sua amante. Inoltre, sempre su indicazione del sacerdote, le giovani donne sono state costrette a sospendere i trattamenti farmacologici cui erano in precedenza sottoposte per gravi patologie da cui erano affette e, addirittura, sempre a seguito di dictat del prelato, hanno sospeso la normale alimentazione e si sono nutrite, per mesi, con flebo di glucosio e/o latte e biscotti. Le attività investigative hanno consentito, altresì, di accertare la perpetrazione di ulteriori ipotesi di violenza sessuale aggravata, perpetrate dal BARONE ai danni di S.F., la quale, sempre in virtù di una profonda manipolazione psicologica subita a seguito dell’interlocuzione col sacerdote e in evidente condizione di inferiorità fisica e psicologica rispetto allo stesso, è stata costretta, in più circostanze, a compiere e a subire atti sessuali, con la minaccia che, nell’ipotesi di rifiuto, sarebbe stata certamente “punita” dalla Madonna, da San Michele e da altri Angeli e Santi.
Le ordinanze cautelari hanno, altresì, riguardato, Tramontano e Carangelo, genitori della minore T.A., i quali hanno partecipato a numerosi episodi di maltrattamento, contribuendo consapevolmente e volontariamente alla realizzazione dei feroci soprusi ai danni della figlia.
Cesare Tramontano, infine, in concorso con il dirigente della Polizia di Stato Luigi Schettino – anch’egli sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari – ha cercato, insieme a Barone, di costringere la sorella di T.A. a ritirare l’esposto presentato presso il commissariato di Chiaiano e volto a denunciare le gravissime condotte perpetrate ai danni della minore.
Schettino, adepto della setta riconducibile a don Michele Barone, è stato ritenuto responsabile, in concorso, anche dei maltrattamenti subiti da T.A., non avendo impedito il protrarsi della condotta criminosa, pur avendone piena contezza e avendo l’obbligo giuridico di impedire l’ulteriore protrazione dell’evento criminale.
Le indagini, sono state condotte attraverso l’escussione di numerose persone informate sui fatti, l’acquisizione di documentazione sanitaria, la realizzazione e l’acquisizione di videofilmati – anche oggetto di servizi di trasmissioni televisive – e intercettazioni telefoniche e ambientali.


Articolo pubblicato il giorno 23 Febbraio 2018 - 17:12

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