Torre Annunziata. Le prove erano insufficienti e per questo il gup Claudia Picciotti del Tribunale di Napoli ha assoltiosette dei dieci carabinieri accusati di essere a libro paga del boss del piano Napoli di Boscoreale, Franco Casillo a’ vurzella. Si tratta di Francesco Vecchio, Franco De Lisio, Antonio Formicola, Antonio Santaniello, Catello Di Maio, Antonio Paragallo e Santo Scuderi. Per il boss Franco Casillo il boss che era riuscito a costruire un i,ntero quartiere a Vitulazio in provincia di Caserta grazie agli incassi dello spaccio, è arrivata invece la condanna a 10 anni di reclusione, per le attenuanti e per aver collaborato in questa inchiesta. Stessa pena. Anche il suo avvocato Giovanni De Caprio, è stato condannato a 10 anni di carcere per aver reimpiegato proventi della droga anche in un’azienda che produce vini e avrebbe fatto da intermediario tra Casillo e i carabinieri ancora sotto processo. Infine, 8 anni di reclusione per Aniello Casillo, fratello boss. Nelle prossime settimane ci sarà invece la prima udienza del processo chesi svolge con il rito ordinario e a cui hanno deciso di accedere gli altri imputati tra cui l’ex comandante del nucleo investigativo Pasquale Sario, oggi tenente colonnello in servizio a Roma, che avrebbe accettato regali, soldi e vacanze da Casillo per fare carriera.Sario nel maggio scorso è stato sospeso per un anno dal servizio con l’accusa di concorso esterno nell’associazione finalizzata al traffico di stupefacenti capeggiata dal boss di Boscoreale, Francesco Casillo, alias ‘a vurzella.Con lui ci sono il maresciallo Sandro Acunzo, detto “mazinga” già ai domiciliari e condannato per altre vicende e considerato l’uomo chiave dell’inchiesta. Secondo la dda che ha condotto le indagini in accordo con il boss Franco casillo gli rivendeva parte della droga sequestrata in cambio di “soffiate” per compiere arresti eccellenti di latitanti. E ancora il maresciallo Gaetano Desiderio, anche lui gravato da pesanti accuse, e i trafficanti di droga Orazio Bafumi e Luigi Izzo.L’inchiesta e il processo riguardano una serie di gravissimi episodi avvenuti tra il 2008 e il 2011 al comando carabinieri di Torre Annunziata e in particolare al “Piano Napoli” di Boscoreale. Tra il gruppo di spacciatori capeggiato da Francesco Casillo e la compagnia dei carabinieri, ritiene la Procura, era stato stipulato un patto. Il boss forniva dritte per portare a termine prestigiose operazioni di servizio, i carabinieri in cambio gli consentivano tenere per se parte della droga e poi rivenderla o addirittura arrestavano con indizi fabbricati a tavolino i suoi rivali. Non solo: Casillo e un altro coindagato di Sario, Orazio Bafumi, sono accusati anche di avere aiutato a sfuggire alla cattura il latitante Carmine Maresca, all’epoca dei fatti minorenne, che, nel corso di una rapina alle poste di Pagani, aveva assassinato a sangue freddo il tenente dei carabinieri Marco Pittoni.
Articolo pubblicato il giorno 9 Febbraio 2018 - 07:05