Tensione, proteste e pianti di pazienti e familiari in cura presso il centro di riabilitazione Aias di Avellino, in seguito alla chiusura del centro di via Morelli e Silvati disposta dalla Asl sulla base di carenze igienico-sanitarie riscontrate nel corso di un’ispezione dei militari della Guardia di Finanza e dei carabinieri del Nas: i 280 pazienti verranno trasferiti in altre strutture sanitarie pubbliche per proseguire le terapie di riabilitazione motoria e psichica. Una decisione che viene fortemente contestata dalle famiglie dei pazienti che stamattina, giornata in cui e’ scattata la sospensione amministrativa, hanno occupato il centro. I pazienti, adulti e bambini, in prevalenza con problemi motori derivanti da episodi ischemici e da patologie dello spettro autistico, “hanno bisogno – sostengono i familiari – non soltanto di continuita’ terapeutica, ma degli stessi operatori dell’Aias che da tempo seguono i nostri congiunti con risultati importanti che da oggi verrebbero vanificati”. Il centro Aias di Avellino e’ anche al centro di un’inchiesta della Procura di Avellino che coinvolge anche la onlus “Noi con Loro”, la cui struttura e’ stata data in fitto all’Aias: dieci le persone indagate a vario titolo per false fatturazioni, riciclaggio e associazione a delinquere. In particolare, gli inquirenti intendono chiarire i termini dell’accreditamento provvisorio da parte della Regione Campania che ha consentito di ottenere, dal 2013, fondi per oltre 6 milioni e 800 mila euro e un giro di fatture per 817 mila euro emesse a favore di un bar e di una societa’ del settore informatico da parte dell’Aias di Avellino, che nel frattempo e’ stata commissariata dai vertici nazionali. Nel limbo restano i 150 dipendenti da sette mesi, oltre alla tredicesima 2017, sono senza stipendio. Su un altro fronte, i commissari inviati dall’Aias nazionale stanno cercando di ricostruire la situazione contabile, nella quale spiccano 5 milioni di debiti nei confronti di Inps e fisco.
Articolo pubblicato il giorno 15 Febbraio 2018 - 17:12