Vittorio Pacifico il pregiudicato 47enne legato al clan Mazzarella è irreperibile. La scorsa settimana nei pressi della sua abitazione nella zona di piazza Mercato c’è stata una stesa di camorra da parte degli avversari del clan Rinaldi di san Giovanni a Teduccio. Gli investigatori avrebbero voluto ascoltarlo per capire qualcosa in più rispetto ai suoi ultimi contatti e movimenti ma Pacifico ha preferito tagliare la corda. Non perché ci fosse qualche provvedimento a suo carico ma già per il fatto di essere entrato nel mirino dei Rinaldi lo hanno indotto a lasciare la sua abitazione per cercare riparo e tranquillità altrove. Ma soprattutto capire chi ce l’ha con lui e perchè. Ma secondo gli investigatori la spiegazione è da ricercare nella furiosa guerra che da mesi sta interessando la zona orientale di Napoli a partire da San Giovanni a Teduccio e passando per le Case Nuove e Piazza Mercato arrivata fino al mercato della Maddalena e a Forcella e che vede coinvolti appunto i Mazzarella da una parte ( al quale Pacifico, ex del clan Sarno è legato) e gli alleati e dall’altra i Rinaldi del rione Villa con le cosche vicine.
L’ultimo arresto di Vittorio Pacifico risale al gennaio del 2013 quando fu arrestato dai carabinieri che lo sopresero ad Ercolano nel corso di un summit insieme con il fratello Gianfranco e due giovani pregiudicati: Luigi Pisani e Gennaro Spagnoli. Fu recuperata una pistola e alcune fondine di pistola. Noto trafficante di droga insieme con il fratello era stato arrestato il 18 febbraio 2008 in un’operazione denominata “Drugs market” in un blitz in provincia di Taranto. Con i due fratelli finirono in carcere il boss Vincenzo Balzo, soprannominato “Sceriffo kid”, Cataldo Sebastio, di 31 anni, e Luigi Guarini, di 42 anni. dalle indagini era emerso che i due sodalizi criminali dediti allo spaccio di sostanze stupefacenti . Uno faceva capo a Mario Rosario D´Elia, di 35 anni, nato a Taranto e residente a Palagianello, che avrebbe spacciato ingenti quantitativi di eroina, cocaina e metadone nei comuni di Taranto e Palagiano; l´altro invece faceva riferimento a Luigi Guarini, di 41 anni, di Taranto, che avrebbe gestito un lucroso giro di cocaina fra Taranto e Massafra.
Durante le conversazioni, gli indagati legati al gruppo di D´Elia utilizzavano un linguaggio in codice per fare riferimento ai luoghi del taglio e confezionamento, ai luoghi della vendita, alla quantita´ e ai prezzi delle sostanze stupefacenti: ´vino nuovo´, ´vecchio o nero´ stava per eroina, ´vino bianco´ oppure ´olio´ per cocaina, bottiglie o sciroppo per metadone.D´Elia, secondo quanto emerge dall´ordinanza di custodia cautelare, si approvvigionava della droga da Vincenzo Balzo, detto ´Sceriffo kid´, 28 anni, di Taranto; da Cataldo Sebastio, di 30 anni, di Taranto; e da Maria Potenza, di 21 anni, di Taranto. Il gruppo vicino a Luigi Guarini, che si riforniva di droga dal napoletano tramite Vittorio Pacifico e Gianfranco Pacifico, nelle conversazioni telefoniche faceva riferimento al ´caffe´´, al ´panzerotto´ o al ´cervello pieno´ per indicare la sostanza stupefacente e ai ´lacci´ per indicare il prezzo della rifornitura. Guarini, indicato nell´ordinanza come fornitore-grossista, aveva referenti a Napoli e Cattolica. Ma la droga veniva spacciata anche nel nord Italia tramite Bruno Lazzarini, di 68 anni, di Roma, che aveva il ruolo di ´referente-finanziatore´.
Articolo pubblicato il giorno 9 Gennaio 2018 - 10:32