Torre Annunziata, tornano in azione i signori del racket. Ignoti nella notte infatti hanno appiccato il fuoco a due negozi di corso Garibaldi.
Le fiamme dalle saracinesche hanno pian piano invaso i locali e danneggiato anche gli interni. E una settimana dopo la bomba carta che il 30 dicembre ha devastato la sede della ditta funebre Vitiello, Torre Annunziata piomba di nuovo nell’incubo racket. Sul posto i vigili del fuoco per domare le fiamme e i carabinieri per le prime indagini.
I due negozi di articoli per la casa e detersivi ed una rivendita di frutta e verdura si trovano in una traversa di corso Garibaldi, strada che gli oplontini conoscono come vico San Gennaro e sono di proprietà di due sorelle residenti a Boscoreale. Nessuna ipotesi viene esclusa al momento, ma quella del racket sembra quella più probabile.
Le due donne hanno raccontato di non aver mai subito pressioni, né richieste o minacce. L’ipotesi di un dispetto per questioni personali resta comunque in piedi. I danni non sono notevoli ma per due piccoli commercianti come le sorelle proprietarie dei negozi oggetto dell’intimidazioni rappresentano tanto anche in termini di mancati guadagni in attesa della riapertura e della sistemazione dei locali anneriti dagli incendi oltre che alla merce distrutta. Le indagini dei carabinieri di Torre Annunziata al momento si concentrano su alcune telecamere presenti in zona che, però, non hanno ripreso direttamente il luogo dell’incendio.
Dunque, dopo la bomba carta che ha devastato gli uffici delle onoranze funebri Vitiello, arriva il secondo episodio di avvertimento camorristico. Se la matrice di quello della scorsa notte appare abbastanza chiara, dietro il raid del “caro estinto” ci sono molte più ombre.
Infatti, alla possibile richiesta del pizzo di Natale non pagata dai Vitiello potrebbe celarsi anche un avvertimento concorrenziale che sarebbe e ancora più pericoloso. Dalle indagini effettuate dagli agenti dl commissariato di Torre Annunziata è emerso che i Vitiello comparivano in alcune inchieste come vittime del racket imposta sia dai Gionta che dai Gallo-Cavalieri. E secondo quanto ricostruito dagli inquirenti nelle ultime informative inviate alla Dda di Napoli negli ultimi tempi si sarebbero fatti strada alcuni lontani parenti tra l’altro incensurati di un boss della camorra di Torre Annunziata.
Articolo pubblicato il giorno 5 Gennaio 2018 - 10:06