Si difende il ragazzo di Contrada sospettato di aver teso un agguato al rapper di Serino Tsunami, al secolo Federico Petrone: “Federico è venuto a cercarmi. In cinque sotto casa mia”. Questo è quanto ha raccontato al pm il ragazzo diciottenne accusato di aver sparato a Federico Petrone.
Si procede a colpi di ricostruzioni per risalire al movente che ha provocato il ferimento del giovane artista ventunenne, avvenuto martedì sera a Contrada. La versione dell’aggressore è diversa da quella fornita dalla vittima. Attraverso i suoi legali, Ettore Freda ed Edoardo Fiore – che segue anche il papà denunciato per omessa custodia dell’arma, legalmente detenuta -, racconta fatti diversi. Sarebbe stato il rapper di Serino a recarsi sotto casa del feritore insieme ad altri ragazzi, ma non attirato in una trappola, come da lui stesso dichiarato. E, secondo il diciottenne, con intenzioni tutt’altro che pacifiche. Ne sarebbe nata una discussione e poi il ferimento con il revolver portato dall’abitazione. Ma non ci sarebbe stata, a quanto dichiarano gli avvocati del feritore, l’arma che si inceppa quindi la volontà di uccidere come invece ritiene il difensore della vittima. La stessa ricostruzione del giovane resa al pm Antonella Salvatore che era di turno la sera del ferimento e quindi confermata dal magistrato Teresa Venezia che ha assunto il coordinamento delle indagini, ha portato alla formulazione dell’accusa di lesioni, reato punibile con una reclusione di venti giorni escludendo quindi il ricorso alla misura detentiva. In sostanza il giovane non è ritenuto in grado fuggire, inquinare le prove o reiterare l’azione.
Versione opposta a quella fornita da Federico: “Mi ha puntato la pistola alla testa, ma il colpo non è partito. Voleva uccidermi”. Poi avrebbe sparato una seconda volta. In questo caso, il proiettile lo ha centrato al braccio sinistro, all’altezza della spalla.
Per i genitori, Nicola e Maria Pia Petrone è stato un miracolo che il proiettile abbia colpito all’altezza della spalla, qualche centimetro più in là è le conseguenze sarebbero state ben diverse.
Nobile Viviano, avvocato di Federico Petrone, ha presentato una memoria alla Procura della Repubblica di Avellino. Ieri Federico è stato sottoposto ad un intervento chirurgico all’ospedale Moscati di Avellino, perfettamente riuscito.
Nell’ospedale in cui è ricoverato il ragazzo di Serino, è stato predisposto un servizio di controllo da parte dei vigilantes per evitare eventuali problemi anche per i sanitari. La richiesta è stata avanzata alla direzione generale dell’azienda dallo stesso legale della famiglia Petrone, che non nasconde i propri timori per l’incolumità del ventunenne. Non sono da escludere ulteriori sviluppi a stretto giro di tempo. Gli investigatori stanno controllando i messaggi via whatsapp e attraverso Facebook che si sarebbero scambiati vittima e feritore, importanti per una ricostruzione puntuale. Appare confermato il movente: la contrastata relazione sentimentale tra il ventunenne di Serino e la sorella del diciottenne di Contrada. A Federico Petrone continuano ad arrivare attestati di vicinanza e di solidarietà.
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