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Napoli, tre ipotesi per l’omicidio di Annamaria Palmieri ‘Nino D’Angelo’

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Napoli.Uccisa come un boss: tre colpi in faccia. Un segnale chiaro che si da quando si è commesso qualcosa di grave. E’ morta ammazzata così ieri sera mentre stava rincasando a san Giovanni a Teduccio Annamaria Palmieri, 54 anni, una sfilza di precedenti. Una donna molto nota nella zona, non organica direttamente ma comunque legata al clan Formicola di Taverna del Ferro. La chiamavano “Nino D’Angelo” per il suo caschetto. Annamaria Palmieri era una che si dava da fare per sbarcare il lunario: aveva fatto perfino il muratore. Il suo omicidio apre scenari nuovi nel movimentata mondo criminale della zona Orientale di Napoli. Gli investigatori hanno sequestrato il suo telefonino. Si cerca di capire i contatti della donna. E se per caso avvesse appuntamento con qualcuno. Ma soprattutto chi stesse frequentando. C hi l’ha uccisa sapeva i suoi spostamenti. Li nel Brox di san Giovanni a Teduccio abita il figlio. E’ li che stava andando ieri sera intorno alle 21. I sicari l’attendevano in via Alveo Artificiale: prima due colpi. La donna ha cercato di mettersi al riparo ma è caduta quasi subito. I sicari si sono avvicinati e hanno compiuto la loro brutale missione di morte esplodendole in faccia tre colpi. La polizia ha dovuto faticare non poco per tenere a bada la folla dei parenti che si era accalcata in strada. Sono partiti i controlli e le perquisizioni. Sono stati interrogati a lungo durante la notte familiari e amici. Si cerca di capire il perché di questo omicidio. Non è esclusa la pista personale vista la modalità dell’esecuzione. Ma gli investigatori vogliono vedere lontano e pensano soprattutto alle frizioni in atto nella zona. In primo luogo la atavica guerra tra i Rinaldi (alla quale la donna era legata da lontani vincoli di parentela) e i Mazzarella in atto da mesi e che ha portato a decine di stese, di agguati, di ferimenti, di bombe  e di attentati. Ma si pensa anche allo scontro in atto tra i reduci dei De Micco i famigerati Bodo di Ponticelli e il cartello di clan, composto dai Formicola, Minichini, Schisa e dagli stessi Rinaldi. Guerra che anche in questo caso ha prodotto una serie di stese e di attentati, uno dei quali in via Ferrante Imparato, avvenuto la notte dell’antivigilia di Natale causò la morte di Antonio Perna, 32 anni del rione Pazzigno, il presunto bombarolo, e il ferimento della sua compagna Monica Veneruso, detta Monicuccia, entrambi legati al clan Mazzarella.

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Articolo pubblicato il giorno 23 Gennaio 2018 - 06:50 / di Cronache della Campania


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