La marcia degli ombrelli per la legalita’. A Napoli, sfilano cittadini stanchi dell’illegalita’ diffusa e chiedono piu’ sicurezza, piu’ controlli, il rispetto delle regole del vivere civile. Protestano, da piazza Matteotti fino a piazza dei Martiri, contro le baby gang che impazzano in citta’ nelle notti di una movida sempre piu’ molesta. A capo del corteo, uno dei manifestanti ha fatto l’appello, chiamando uno per uno sindaco, questore, prefetto, tutti ‘colpevoli’, a loro avviso di essere “assenti”. “Chiamiamo la polizia e ci sentiamo dire che occorre telefonare ai carabinieri – dice Gennaro Esposito, presidente del Comitato per la quiete pubblica e la vivibilita’ – chiamiamo i carabinieri e ci dicono che tocca ai vigili urbani e quando alla fine ci rivolgiamo a loro ci sentiamo dire: ‘Non abbiamo uomini e mezzi’. Cosa dobbiamo fare?”. In Galleria Umberto, i manifestanti si sono disposti in cerchio, con i loro ombrelli colorati, gli striscioni, e la richiesta di una citta’ tranquilla. Di giorno e di notte. Durante il corteo si ricorda l’ennesima aggressione ieri sera ad opera di una baby gang: “Ieri e’ toccato a un ragazzo, domani potrebbe essere il turno di un vostro figlio”. Dito puntato anche contro la movida ‘violenta’, caratterizzata da “confusione e schiamazzi ogni notte fino all’alba, che ci impedisce di dormire”. Bisogna, come spiegano, rimettere mano all’ordinanza sindacale sulla movida. “Quella che e’ stata emanata non funziona – lamenta Esposito – scontenta tutti”. Occorre intervenire “revocando licenze e autorizzazioni” perche’ “e’ inammissibile che in 40 metri ci siano 40 baretti”. Anche per la movida i “responsabili” sono sindaco, prefetto e questore. Contro di loro, numerosi cori. Luigi de Magistris, invece, insieme con il fratello Claudio e l’assessore ai Giovani, Alessandra Clemente, finisce in una riscrittura di “La felicita'” di Albano e Romina, cantata da un gruppetto di bambini, scesi in piazza insieme con i genitori.
Articolo pubblicato il giorno 13 Gennaio 2018 - 15:01