Ha trascorso il Capodanno da uomo libero ma non del tutto visto che al boss dei Quartieri Spagnoli, Paolo Pesce detto “chipeppe”, fondatore del gruppo delle “Teste Matte” è stata applicata la sorveglianza speciale. È in pratica quasi guardato a vista dalle forze dell’ordine che conoscendo il suo carisma criminale nei vicoli a ridosso di via Toledo ma anche nella zona dei Decumani temono che possa riprendere i suoi vecchi contatti. E con la fibrillazione in atto in tutta la zona che una volta era di “competenza criminale” del clan Mariano, non c’è certo da stare tranquilli anche in considerazione del fatto che già da tempo è libero anche Enzuccio Romano, ex reggente dei “Picuozzi.
Non a caso nei giorni prima di Natale sono stati arrestati Antonio Romano, 29enne figlio di Enzuccio e già con precedenti penali e Alessio Cimmarosa, 25enne originario della zona Decumani perché avevano chiesto il pizzo a a una nota rosticceria della Pignasecca. Vincenzo Romano, il ras dei Quartieri Spagnoli era salito alla ribalta della cronaca negli anni d’oro dei “Picuozzi” come il braccio destro di Ciro Mariano, fu scarcerato a inizio dicembre 2015 dopo ben 24 anni di detenzione interrotta soltanto da permessi premio e licenze straordinarie. Un’ora di fuochi d’artifici salutò con entusiasmo e affetto il 55enne (oggi 57enne) soprannominato “Enzuccio”, personaggio storico della malavita napoletana. Ma l’uomo che ricomparve dopo tanto tempo tra i vicoli dei Quartieri Spagnoli non era più lo stesso e non solo perché libero senza alcuna misura di sicurezza a carico. Lui stesso raccontò in un perfetto italiano di essersi laureato in carcere in lettere e di studiare ancora per un secondo titolo accademico. Da allora non è mai incorso in problemi con la giustizia. Finito nelle indagini sulla strage del venerdì Santo del 30 marzo 1991, “Enzuccio” era stato prosciolto e in carcere era finito per associazione camorristica con l’accusa di essere uno dei promotori del clan Mariano.
La storia criminale dei Quartieri Spagnoli è cambiata nell’ultimo anno e mezzo e con essa lo scenario delle alleanze prima con il pentimento di Maurizio Overa, braccio destro di Marcuccio Mariano, pure lui uscito dal carcere nel 2013, e poi con la decisione di collaborare con la giustizia dello stesso boss. Le condanne agli affiliati vicino ai mariano in primo grado e il processo in corso per gli altri coinvolti nel maxi blitz con 45arresti nel marzo del 2015 hanno finito per rimodulare il quadro tra le varie famiglie malavitose. Oggi secondo le informative degli investigatori quello che una volta era il feudo del clan Mariano è diviso tra tre gruppi criminali: quello più forte anche numericamente è quello dei Saltalamacchia-Esposito- Mazzanti a cui sono legati i Ricci “fraulella” a loro volta alleati dei Lepre del Cavone e poi ci sono i Masiello alleati con gli Elia del Pallonetto di Santa Lucia, con i Rizzo e con i Mazzarella. La libertà di Paolo Pesce potrebbe scompaginare tutto e per questo che gli investigatori lo tengono sotto stretta osservazione.
Articolo pubblicato il giorno 2 Gennaio 2018 - 12:52 / di Cronache della Campania