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Monossido killer, sei morti in Italia oggi: famiglia sterminata nell’Allesandrino

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Monossido killer: famiglia sterminata. Tre persone sono morte a Vignole Borbera, in provincia di Alessandria, per intossicazione da monossido di carbonio. E’ successo in località Molino 9. Secondo la prima ricostruzione si tratta di padre, madre e figlio maggiorenne, e il decesso potrebbe risalire alla scorsa notte. L’allarme è scattato alle 15 di oggi pomeriggio, e i vigili del fuoco sono intervenuti assieme ai carabinieri e al 118.A dare l’allarme è stata oggi l’ex moglie dell’uomo e madre del ragazzo, che da stamattina non riusciva a mettersi in contatto con loro. L’uomo faceva l’autotrasportatore mentre la compagna era parrucchiera. Secondo i primi accertamenti la casa dove vivevano le tre vittime era in condizioni di manutenzione non ottimali. Le salme delle tre vittime -Luca Baroni 47 anni l’uomo,Mariangela Mele, 44anni la moglie e Mattia Baron 20 anni il figlio del primo – sono a disposizione dell’autorità giudiziaria, che disporrà l’autopsia.



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Erano riversi a terra in cucina, gli anziani coniugi Giovanni Deganis, 77 anni, e la moglie Lidiana Cargnello, 70, trovati morti questa mattina nella loro abitazione di Dignano in provincia di Udine), in seguito a esalazioni di monossido di carbonio. E’ stata una delle figlie a trovarli intorno alle 11. Non riuscendo a mettersi in contatto con loro, la donna si e’ recata a casa e ha trovato i due corpi in cucina. Immediatamente ha chiamato i soccorsi ma i sanitari giunti sul posto non hanno potuto far altro che constatare il decesso.

Il Monossido di carbonio continua a uccidere. Le esalazioni, causate probabilmente da impianti di riscaldamento difettosi, hanno fatto sei vittime oggi in Italia: un’intera famiglia nell’Alessandrino, una coppia di anziani coniugi in Friuli e una donna a Savona. Il bilancio piu’ grave a Vignole, in Val Borbera (Alessandria), al confine tra il Piemonte e la Liguria, dove sono morte tre persone: Luca Baroni, 49 anni, autotrasportatore, il figlio Mattia, che avrebbe compiuto 20 anni a marzo, e la compagna del padre, Maria Daniela Mele, 44 anni, parrucchiera. Abitavano in un vecchio casolare, un tempo occupato dagli operai della Filanda Borbera, dove l’aria e’ stata saturata, la notte scorsa, dal gas diffuso dal malfunzionamento di una stufa a metano. A dare l’allarme e’ stata la madre del giovane: ha cercato ripetutamente il figlio al telefono e, non ricevendo mai risposta, si e’ recata sul posto dove ha bussato alla porta. Dal casolare non e’ arrivato alcun segno di vita: cosi’ la madre di Mattia ha telefonato al 112 chiedendo aiuto. Per Baroni, il figlio e la compagna non c’era piu’ nulla da fare: il giovane e’ stato trovato in pigiama su un divano, il padre a terra vicino a una finestra e la compagna dell’uomo a letto. A Dignano (Udine) le vittime sono due anziani coniugi, Giovanni Deganis, 77 anni, e la moglie Lidiana Cargnello, 70, uccisi dalle esalazioni sprigionate probabilmente dagli apparecchi a gas con cui veniva riscaldata la loro abitazione. A trovare i corpi della coppia, riversi a terra, e’ stata una delle figlie. La Procura di Udine l’autopsia e ha aperto un’indagine con l’ipotesi di omicidio colposo: gli inquirenti dovranno accertare se l’eventuale malfunzionamento dell’impianto, che sara’ sottoposto a perizia, sia imputabile alla responsabilita’ di qualcuno. La sesta vittima della giornata a causa delle esalazioni di Monossido di carbonio e’ una donna di 58 anni a Savona, morta nel suo appartamento in via Ceva. Si chiamava Hayet Maatoug ed era nota in citta’ per essere la presidentessa dell’Associazione Amici del Mediterraneo e per il suo lavoro all’ufficio anagrafe del Comune. La cognata, che ha trovato il corpo questa mattina, e’ ricoverata in gravi condizioni all’ospedale San Paolo, forse in conseguenza dell’esposizione allo stesso gas.

 


Articolo pubblicato il giorno 8 Gennaio 2018 - 20:44


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