Bellona. Aveva chiamato a lavoro dicendo di non stare bene e che non sarebbe andato. Probabilmente la guardia giurata che ha ucciso la moglie e poi si è suicidato aveva già programmato tutto. Probabilmente. Le domande sono tante, quesiti che si pone anche le gente del posto. L’uomo faceva la guardia giurata, aveva porto d’armi perché amava la caccia. Per questo deteneva in casa un miniarsenale: tre pistole, due fucili e un numero imprecisato di munizioni. Decine e decine di cartucce le ha utilizzate nei dieci minuti di follia durante i quali ha sparato a raffica dal balcone di casa sui passanti, ferendone sei. Poi si è asserragliato nell’appartamento minacciando di far esplodere l’abitacolo e minacciando il suicidio. Alcuni anni fa sfasciò casa urlando contro la moglie. Diceva che prima o poi l’avrebbe ammazzata. In quella circostanza intervennero le forze dell’ordine e in quel frangente la cosa fu segnalata alla Prefettura ma non ebbe problemi ad ottenere il rinnovo del porto d’armi. La moglie non l’ha mai denunciato. E solo ora i parenti della coppia parlano di un susseguirsi di violenze, minacce e idee estremiste. Le stesse idee che fino all’ultimo istante della sua vita ha manifestato con rabbia. Mentre i militari dell’arma cercavano di riportalo alla ragione e suo padre gli urlava “Davide, basta”, Mango ha strillato di voler “parlare con Mussolini”. Poi il 47enne ha inveito contro i magistrati. È accaduto quando gli è stato passato al telefono il pubblico ministero presente sul posto. “Odio i magistrati, non ci parlo con te, sono di Forza Nuova”, ha biascicato l’uomo. Pochi istanti dopo l’ha fatta finita, sparandosi un colpo di pistola in bocca.
Articolo pubblicato il giorno 25 Gennaio 2018 - 09:15