L’uomo si era reso irreperibile poco prima che venisse emesso un provvedimento restrittivo in seguito al rinvenimento delle tracce di dna sugli indumenti che l’assassino aveva abbandonato a poca distanza dal luogo del delitto, avvenuto in viale Maria Cristina di Savoia a Napoli. Luca Materazzo, assistito dall’avvocato spagnolo Maria Teresa Olmeda Sanchez, e’ comparso ieri davanti al giudice per l’udienza in cui gli e’ stato notificato il mandato di arresto europeo. La magistratura spagnola ha 90 giorni di tempo per pronunciarsi sulla ratifica dell’arresto e l’estradizione in Italia. Nei prossimi giorni i legali di Materazzo, gli avvocati Gaetano e Maria Luigia Inserra, si recheranno in Spagna per un colloquio con il loro assistito per preparare la linea difensiva in vista dell’udienza preliminare fissata per il 7 febbraio prossimo davanti al gup del Tribunale di Napoli, Alfonso Sabella.
La Corte spagnola di Madrid non ha disposto la ‘traduzione automatica’ in Italia perche’ il suo avvocato spagnolo ha presentato i ricorsi sia contro l’ordine di arresto europeo spiccato dallo Procura di Napoli, sia contro l’estradizione chiesta dall’Italia. I tempi di rimpatrio e consegna alla magistratura napoletana di Luca Materazzo, il 36enne napoletano accusato di aver ucciso un anno fa il fratello Vittorio con trenta coltellate, si allungano. Cio’ che e’ certo e’ che se entro novanta giorni la procedura non si concludesse, la misura cautelare decadra’ e l’unico indagato per quell’omicidio sarebbe rimesso in liberta’.
Al momento, Luca Materazzo ha parlato solo con l’avvocato Maria Teresa Olmeda, che e’ stata nominata direttamente d’ufficio, dopo il suo fermo in un bar di Siviglia due pomeriggi fa. Emergono intanto nuovi particolari legati alla sua permanenza in territorio iberico. Luca potrebbe essere infatti transitato anche da Gibilterra, perche’ sono state trovate tracce in questa direzione sui motori di ricerca nel web in un computer in uso a un suo amico molto stretto al quale la Squadra Mobile di Napoli aveva sequestrato tutto. Materazzo aveva un telefono cellulare attivo con una scheda spagnola e una ventina di numeri in rubrica sui quali si stanno svolgendo indagini per valutare se possa aver avuto complici che lo hanno coperto durante la fuga durata un anno.
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