Salerno. Lite con olio bollente tra detenuti, una lotta per il predominio della leadership nel carcere di Salerno: il Sappe denuncia i ripetuti episodi di violenza nel carcere di Salerno. Tre detenuti sono finiti in ospedale in pochi giorni. E’ quanto denuncia il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe attraverso il segretario nazionale per la Campania, Emilio Fattorello. “Anche nella giornata di ieri, nella Prima Sezione, ormai una vera e propria casbah terra di nessuno, si è registrata l’ennesima violenta colluttazione tra detenuti di origini napoletane. I detenuti coinvolti, tre o quattro, sono venuti a diverbio tra loro e poi passati alle vie di fatto nella prima mattinata al momento della apertura delle celle. Un detenuto, da poco rientrato dal Reparto Isolamento per motivi disciplinari, è stato aggredito senza esclusione di colpi mentre un altro, forse intervenuto in difesa del compagno, è stato fatto oggetto dal lancio di olio bollente – dice Fattorello in una nota – I due malcapitati hanno subito gravi lesioni che hanno determinato il loro urgente ricovero al Pronto Soccorso dell’Ospedale Civile di Salerno. I reali motivi della contesa, come al solito, non sono chiari ma tutto lascia pensare, in considerazione degli eventi critici che si susseguono, che nella struttura penitenziaria salernitana vi sia un tentativo di imporre la legge del più forte per acquisire una leadership interna ed esterna”. Ma il Sappe denuncia altri eventi critici accaduti: “La sera precedente del 9 si è provveduto ad ulteriore ricovero urgente di un detenuto che presentava una vasta e profonda ferita da taglio ad un braccio. Sembra inoltre che lo stesso giorno sia stato rinvenuto alla Sesta Sezione isolamento-separazione un altro apparecchio telefonico micro – cellulare mentre al Reparto colloqui è stata rinvenuta una pennetta Usb che i detenuti utilizzano clandestinamente perchè a Salerno nelle celle sono in uso apparecchi televisivi a cui possono essere liberamente installate e utilizzate le penne Usb che riescono a giungere nella disponibilità dei reclusi dall’esterno in maniera maldestra”.
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