Le minacce del clan: ‘Se non portate i soldi facciamo saltare i vostri forni’

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Il clan Vigilia non usò mezzi termini nei confronti dell’imprenditore coraggio che dopo due anni di continue richieste estorsive ha deciso dopo di denunciarli e farli arrestare. “Se non portate i soldi alle palazzine entro mezzanotte vi facciamo altare tutti e tre i vostri forni”, gli dissero con toni minacciosi. L’imprenditore era con il figlioletto di 5 anni. E allora gli ripetettero:  “Volete la guerra allora?”.  Pasquale Vigilia e Cristian Monaco (due dei sei arrestati di ieri nel blitz della Squadra Mobile di napoli a Soccavo) si erano presentati da lui per la terza volta in 15 giorni. Di qui la decisione di rivolgersi allo Stato per mettere fine a quella ormai insostenibile situazione. Era il 18 giugno del 2017. Da quel giorno i titolari del panificio di via Epomeo con altri due punti vendita nel quartiere hanno smesso di avere paura. La loro storia di richiesta di piazzo da parte degli uomini del clan del boss Alfredo Vigilia ‘o nir era iniziata 12 settembre del 2015.



Il titolare di un supermercato, R.G., avrebbe chiesto un favore a “Lino” Vigilia e insieme al giovane capoclan, ad Antonio Divano e a Francesco Allegretti, andò alla sede principale del panificio. L’uomo, per varie forniture di pane ricevute, come ricostruisce Il Roma, avrebbe avuto allora un debito di 6000 euro che secondo gli inquirenti sarebbe stato cancellato grazie al clan. Ma non solo: gli imprenditori, storici a Soccavo, avrebbero anche versato 1800 euro in cambio di “tranquillità”. E’ il primo episodio di “pizzo” ricostruito dalla polizia. A inizio dicembre 2016, quindi a distanza di molto tempo, il gruppo di estorsori dei Vigilia sarebbe tornato alla carica. “Servono dei soldi per i compagni di Soccavo e per le famiglie dei detenuti”, la frase utilizzata. Il pagamento non fu immediato, ma durante le feste di  Natale a causa dell’insistenza, le ì vittime decisero di allentare un po’ la morsa e diedero 300 euro agli emissari del clan. Ma non era finita perché il 5 giugno 2017, riprendendo un filo conduttore, i taglieggiatori tornarono alla carica. Pasquale Vigilia, nella ricostruzione della vicenda, si presentò a casa di uno dei soci dell’azienda esordendo con un emblematico: “ma quando ti muovi a darci quei soldi?”. Ricevendo qualche giorno dopo 300 euro. Sembrava finita e invece non era così. Il 18 e il 20 giugno si verificarono i due episodi più gravi: le minacce davanti al bambino e nel punto vendita a un rosticciere dipendente dell’azienda. Quelli che hanno fatto cadere l’ultima remora provocata dalla paura. E così ieri mattina sono scattate le manette per Pasquale Vigilia, 29enne figlio di Antonio detto “o’ stuort” e nipote del ras Alfredo o’ nir, Cristian Monaco di 26 anni, del 30enne Luigi Testa, di Francesco Allegretti, classe 1975, Antonio Divano di 57 anni (l’unico che abita a Pianura e non a Soccavo) e di Giuseppe Mazziotti, 31enne. Nell’inchiesta compare anche un indagato a piede libero: il gestore di un supermercato che doveva 6000 euro al panificio e si era rivolto a “Lino” Vigilia per non pagare.


Articolo pubblicato il giorno 10 Gennaio 2018 - 07:37

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