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ADUC ha denunciato il sito e-commerce dueamici.it all’Antitrust per pratica commerciale scorretta in relazione alla sua presunta modalità “piramidale” di vendita.
Infatti , come spiegato dalla nota dell’associazione dei consumatori sul loro sito ufficiale , si possono acquistare iPhone X a 429 euro (contro un listino di 1189 euro), buoni regalo Amazon a 89 euro (invece che a 200 euro) e così via. Il problema è che secondo ADUC “non c’è da fidarsi” perché ogni oggetto non viene consegnato subito ma prenotato.
“Il consumatore, dopo aver pagato, viene inserito in una lista composta di tutti gli acquirenti. Il prodotto sarà effettivamente consegnato solo quando altri acquirenti successivi ne avranno completato il prezzo di acquisto indicato dal sito”
si legge nella nota dell’associazione.
“Chi non vuole attendere il ‘completamento’ del prezzo, può ‘riscattare’ il prodotto e riceverlo subito, pagando (nel caso dell’esempio) 1.287,00 euro, cioè 100 euro in più rispetto al prezzo di mercato”.
La piattaforma e-commerce in pratica trattiene le somme per un tempo inizialmente indefinibile – bisogna vedere quanti acquirenti aderiranno – e nel caso in cui qualcuno si stufi di aspettare il margine è molto più alto.
“Ad oggi, infatti, gli importi pagati da acquirenti che non hanno ricevuto il prodotto, e già nelle casse della società, ammontano a euro 1.810.507,00. Per arrivare a completare il prezzo di tali ordini, dovrebbero essere versati da successivi acquirenti euro 5.431.764,00”, sottolinea l’ADUC.
Secondo l’associazione si tratta di un
“meccanismo piramidale nel quale quanto più si allarga la base di acquirenti, tanto meno probabile è l’effettiva spedizione del bene acquistato da parte degli ultimi soggetti acquirenti”.
Chi si occupa di analizzare i sistemi piramidali – che formalmente sono illegali – sostiene che vi sia un punto di non ritorno
“nel quale gli importi da corrispondere da parte di altri utenti saranno così alti da diventare insostenibili, avendo come conseguenza il fallimento della società e l’impossibilità, per chi ha versato un anticipo, di ottenere indietro il proprio denaro”.
In sintesi, finché il sistema sta in piedi tutti felici, ma se dovesse saltare il banco per mancanza di nuovi clienti o azioni legali oppure intervento della giustizia ecco profilarsi la possibilità di non ricevere più quanto pagato.
“Leggendo le condizioni di contratto, poi, si scopre che l’esercizio del diritto di recesso è consentito entro 14 giorni dalla data di acquisto, e non – come prevede il Codice del consumo per i contratti di acquisto di beni – entro 14 giorni dalla consegna del prodotto”, prosegue ADUC. “Si tratta di una clausola chiaramente illegittima, ma il consumatore non lo sa e quindi, una volta pagato il prezzo si sente in gabbia e crede di avere due sole alternative: attendere il “completamento” del prezzo oppure pagare l’oggetto ad un prezzo superiore a quello di mercato”.
Comunque saranno le autorità competenti a fare chiarezza su ogni singolo caso e a raccogliere eventuali prove.
Sta a noi diffidare di modalità di acquisto poco trasparenti;la rete è piena di offertissime e prezzi stracciati per gli ultimi gioielli hi-tec e spesso (anzi quasi sempre) c’è sotto un inghippo o un meccanismo di vendita che può crearci un danno economico.
Articolo pubblicato il giorno 24 Gennaio 2018 - 20:56