“Sono qui al pronto soccors per una visita. l’infermiera di turno non sta preocupando della mia salute è molto infastidita dalla mia presenza, quindi mi chiede perché sono venuto in italia? io: “chiedimi del mio problema, per favore ” .lei: no no, questo è il mio paese e se non ti piace torna in Africa.” E comunque ha la croce e il quadro di padre pio appesi dapertutto. Io le ho fatto notare sfidando la sua fede e la sua professionalita’. Si infastidisce ancora di piu’ ” viva salvini..viva italia.” Ha esclamata. Io sono ancora in fila per vedere il medico. Vi aggiorno ragazzi. Sono Musah, e’ sono In diretta dall’Ospidale civile”.
Erano le 15, 50 di ieri quando Musah Awudu, un mediatore culturale che collabora con la Caritas di Benevento ha postato sulla sua pagina Facebook lo scritto. E’ bastato poco perché si scatenasse un vespaio di polemiche. Poi, oggi parlando con l’Ansa, Musah quasi chiede scusa per il clamore che il suo messaggio ha creato in citta’: “Il post e’ stato una reazione a caldo, uno sfogo, non immaginavo, ne’ era mia intenzione, sollevare un polverone. Cosa vorrei dire all’infermiera che mi ha offeso? Vorrei incontrarla, guardarla negli occhi e abbracciarla, convinto della sua buona fede e che il suo e’ stato un gesto di stizza. Null’altro”. “Credetemi – dice ancora il mediatore culturale, collaboratore della Caritas – non voglio accendere i riflettori sulla vicenda, anche perche’ Benevento e’ una citta’ piccola: sto ricevendo solidarieta’ da tantissimi amici ma anche da tanta gente che non conosco e che condanna l’episodio”. “Sono certo – continua Musah – che l’infermiera avra’ detto quelle cose forse perche’ stressata dal turno di lavoro, dopo ore trascorse a soccorrere malati. Gia’ ieri sera, dopo l’episodio, i sanitari dello stesso ospedale che operavano al pronto soccorso mi hanno quasi ‘coccolato’, ma per me era finita li'”. Sulla vicenda e’ intervenuta anche l’Arci di Benevento, con un comunicato firmato dal presidente Fulvio Ianiro: “A Musah, conosciuto in citta’ come un serio professionista e un ragazzo di profonda sensibilita’, va tutta la nostra solidarieta’; abbiamo poi saputo del tam tam di questo gravissimo, ennesimo, episodio accaduto nella ‘tranquilla’ citta’ di Benevento. Sarebbero molte le cose da dire in merito, partendo dal grave comportamento dell’ operatrice in veste di funzionario svolgente un pubblico servizio, quindi assoggettato alle leggi di dello Stato, a partire da quelle costituzionali”. “Non sta a noi di certo in quadrare legalmente questo triste episodio, – conclude la nota dell’Arci – ma condannarne tutti gli aspetti si, perche’ non e’ possibile che nel 2018 accadano ancora fatti intrisi di tale ignoranza, dove e l’ arroganza assume persino le vesti di una delicata istituzione come quella sanitaria pubblica, che e’ un baluardo essenziale di democrazia, solidarieta’, mutualismo, uguaglianza e umanita’, e non si tratta di ‘buonismo’, ma di consapevolezza dell’ essere cittadini liberi, seppure in uno Stato in cui l’ idiozia e’ ancora largamente diffusa”.
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