Killer di nuovo in azione a San Giovanni a Teduccio: ma questa volta non per una stesa ma per un vero e proprio agguato. Un agguato importante. Doveva essere un omicidio. L’agguato si è consumato l’atra sera all’isolato L di corso Protopisani, a San Giovanni a Teduccio e’ li che abita la famiglia di Luigi Donadeo, 30 anni, fratello del ras del clan Mazzarella, Salvatore ’o puzzolente. I killer sono entrati in azione contro qualcuno che abita nel palazzo e che stava rincasando. Lui si è accorto della loro presenza, ha sentito lo scarrellamento dell’arma e ha cominciato a correre. Uno dei killer ha cominciato a fare fuoco al suo indirizzo. Colpi in rapida successione tutti ad altezza d’uomo, al bersaglio grosso. Ma la vittima designata è riuscita ad infilarsi nel portone di casa e a chiudersi dentro. I killer, come riporta Il Roma, a quel punto fallita la missione di morte hanno preferito far perdere le proprie tracce. Sul posto carabinieri e polizia avvertiti dalle telefonate terrorrizate dei cittadini. Quando sono arrivati sul posto gli investigatori hanno fatto la conta dei bossoli repertati: ben 14 colpi esplosi da una pistola calibro 9×21. sui muri del palazzo dove abita Donadeo gli evidenti segni della sparatoria.
Nel frattempo carabinieri e polizia hanno setacciato la zona “facendo visita” a pregiudicati legati al clan nemico dei Rinaldi e a quelli dei Reale del Rione Pazzigno. Gli investigatori ritengono che nei confronti di Donadeo e per esso ai Mazzarella sia stato lanciato un segnale ben preciso. La guerra in atto da mesi nella zona, che sta andando avanti a colpi di attentanti e di stese come quella della notte di Capodanno in cui è rimasto ferito un innocente ragazzo di 14 anni in via Sorrento, non conosce tregua. E l’agguato fallito ne è la dimostrazione evidente. La pista che porta al clan Rinaldi è molta “calda” in considerazione del fatto che il ras Salvatore Donadeo ‘o puzzolente, fratello della vittima mancata, è stato condannato a quattro anni di reclusione; mentre per il complice Luigi Bonavolta la pena inflitta era stata di tre anni. Entrambi erano ritenuti i responsabili del ferimento, nel settembre 2015, di Giovanni Rinaldi, figlio del boss Vincenzo, dell’omonima famiglia criminale del rione Villa di San Giovanni a Teduccio.
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