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Killer della cinese: il nome nei tabulati telefonici

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L’identità del killer che tra il 30 e il 31 dicembre ha legato e ammazzato Lin Su Qing, la quarantanovenne cinese il cui cadavere è stato rinvenuto mercoledì sera in un appartamento di via Caravaggio, potrebbe essere svelata con dai tabulati telefonici e dai messaggi ricevuti dalla donna. In questa direzione e fin dall’inizio le indagini della Procura di Vallo della Lucania, coordinate dal procuratore capo Antonio Ricci e dal sostituto Paolo Itri.
Tra le varie ipotesi per risalire al movente di questo omicidio resta al vaglio degli inquirenti l’ipotesi di un gioco erotico finito male e di un possibile coinvolgimento della donna in un giro di prostituzione. Ma fino ad ora non sono stati trovati elementi che indichino che la quarantanovenne svolgesse questo tipo di attività, per cui l’ipotesi che l’omicidio sia avvenuto nell’ambito di un giro di prostituzione, resta soltanto una delle piste investigative.

Il killer rimane nell’ombra e al vaglio dei carabinieri della stazione di Agropoli, agli ordini del luogotenente Vincenzo Di Liberto, e dei militari del nucleo operativo della compagnia guidata dal capitano Francesco Manna, ci sono anche le immagini delle telecamere di videosorveglianza presenti nella zona in cui si trova l’appartamento e altri dispositivi informatici in possesso della donna. Non sono stati trovati segni di effrazione e questo lascia supporre che la donna conoscesse il suo killer. Lin Su Qing risiedeva a Terzigno, un comune vesuviano, ma si trovava nel Cilento, ad Agropoli, da prima prima di Natale. Era da sola e sarebbe dovuta ripartire mercoledì 3 gennaio, proprio il giorno in cui, dopo aver bussato più volte alla porta dell’appartamento, utilizzato come attività di affittacamere, senza ottenere risposta, il proprietario ha deciso di entrare con la chiave di riserva e ha scoperto il cadavere nella camera da letto, in decomposizione.
Secondo il medico legale la morte era avvenuta almeno quattro giorni prima. La donna era distesa sul letto, aveva i polsi legati e il viso quasi completamente coperto con del nastro adesivo. Completamente nuda, presentava un segno in fronte, presumibilmente provocato da un pugno o da un corpo contundente. L’appartamento è stato subito posto sotto sequestro e chiuso in attesa dell’arrivo dei carabinieri della sezione scientifica che hanno acquisito numerosi elementi utili alle indagini.


Articolo pubblicato il giorno 6 Gennaio 2018 - 11:06


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