Il piromane del Faito è stato condannato a sei anni e due mesi di carcere. Cipriano Di Martino, il 60enne di Moiano (frazione montana di Vico Equense) identificato come responsabile dell’incendio che ad agosto ha distrutto monte Faito. Dovrà, inoltre, riconoscere i danni in sede civile a Wwf, Vas, onlus Pro Faito e Comune di Vico Equense, costituiti parte civile nel processo. Ieri la sentenza. Giudizio con rito abbreviato, il pm Sergio Raimondi aveva chiesto sei anni e otto mesi, gli avvocati difensori Enrica Visconti e Massimo Sartore in via principale l’assoluzione per insufficienza e contraddittorietà della prova. Il giudice Giovanni de Angelis ha stabilito per il piromane la condanna a sei anni e due mesi di reclusione per reato di incendio boschivo, secondo l’articolo 423 bis, comma 3, con l’aggravante di aver creato pericolo alle abitazioni. L’uomo, che ha rinunciato a comparire dinanzi al giudice, al momento resta agli arresti domiciliari, nella sua casa, a poca distanza dal luogo del disastro mentre i difensori si preparano per il secondo grado di giudizio.
“Non so perché l’ho fatto, ho preso i fiammiferi e ho dato fuoco” fu questa l’ammissione resa agli investigatori al momento dell’arresto Per domare le fiamme, 2 canadair, 2 elicotteri e squadre dei vigili del fuoco a terra hanno lavorato incessantemente il 15 e il 16 agosto, soprattutto per impedire che le fiamme potessero propagarsi alle aree residenziali della località Faito. In un primo momento aveva negato le responsabilità fornendo un alibi, ma grazie all’accurata ricostruzione dei Carabinieri svolta attraverso testimonianze e immagini del sistema di video sorveglianza comunale, il presunto piromane ha poi ammesso di essere il responsabile dei fatti.In pratica il 60enne, all’alba della mattina di Ferragosto, avrebbe raggiunto la località “Conca” del Monte Faito e avrebbe incendiato il bosco. Tra i testimoni, anche un giovane prete del territorio, che aveva notato l’uomo in quella stessa area la sera precedente all’incendio, quando, secondo la ricostruzione degli inquirenti, ci sarebbe stato un tentativo di innesco non andato a buon fine. Di Martino negli anni scorsi ha fatto parte di associazioni di difesa della montagna e che la sua vita si svolgeva nel borgo montano di Moiano, poco distante da Faito.
Soddisfatte le associazioni ambientaliste per l’esito del processo e ora sono in attesa della sentenza definitiva per vedere riconosciuto il loro risarcimento che sarà impiegato per opere di rimboschimento della montagna. Il Monte Faito purtroppo dopo gli incendi di quei giorni e dopo le piogge dei mesi scorsi è stato attraversato da una serie di frane e smottamenti ed è ancora oggi isolato.
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