Il clan Vigilia in ginocchio dopo gli arresti di ieri. La cosca del boss Alfredo ‘o niro con l’arresto dell’attuale reggente Pasquale Vigilia e dei suoi cinque complici ha subito un duro colpo da parte delle forze dell’ordine. Il fatto che gli affiliati imponessero il pizzo ai commercianti del quartiere era noto ma la violenza e la capillarità del sistema estorsivo venuto fuori grazie alla denuncia di un imprenditore coraggio è sicuramente preoccupante. Non caso Luigi Rinella, capo della Squadra Mobile di Napoli ieri nel commentare gli arresti ci ha tenuto a dire: “Sarebbe preferibile che tutti coloro sotto estorsione, anche se in ritardo, denunciassero. Come si può notare, i risultati arrivano”. Ora i sei arrestati sono in attesa dell’interrogatorio di garanzia e nel frattempo gli avvocati mettono a punto le strategie difensive.
Il clan Vigilia è stato protagonista di varie guerre di camorra negli ultimi anni, diventando per un periodo anche il bersaglio di un fronte comune antagonista. Ma è soprattutto quella con i Sorianiello, andando avanti per mesi tra il terrore degli abitanti di Soccavo e la parte più confinante del rione Traiano, ad aver preoccupato di più le forze dell’ordine. Per tutto lo scorso anno agguati, ferimenti e “stese” erano all’ordine del giorno, o quasi, contribuendo a mantenere un cupo clima camorristico nel quartiere e a provocare in alcune sere addirittura il “coprifuoco”. Tra le vittime ci fu anche Luigi Testa, uno degli arrestati nel blitz, centrato da ben 7 proiettili durante un agguato nei pressi di casa sua e salvo per miracolo. Oltre che con i Sorianiello, i Vigilia sono entrati in contrasto con la cosca retta dal boss Ciro Grimaldi detto “Settirò” (clan storico di Soccavo che ha subito più di una scissione ma è considerato ancora attivo) e sul versante del rione Traiano con i Petrone- Puccinelli. Tra il 2016 e l’anno scorso le sparatorie su un fronte e su un altro sono state numerose e una domenica si raggiunse il record delle “stese” durante una sola giornata: 7 accertate e 3 segnalate, ma senza riscontri sul posto. Le indagini di polizia (squadra mobile e commissariato San Paolo) e carabinieri (nucleo investigativo del comando provinciale e compagnia Bagnoli) hanno inferto colpi durissimi alla malavita di Soccavo e quello di ieri è stato solo l’ultimo di una lunga serie. Capiclan e luogotenenti sono finiti uno dopo l’altro dietro le sbarre, come dimostra la pace forzata che dura dall’estate scorsa e l’assenza di “stese”, che pure hanno rappresentato il fenomeno camorristico dell’anno appena finito. Ma gli equilibri in tutta Napoli, com’è noto, sono sempre precari e gli investigatori non smettono di stare sul chi va là.
Nella foto Pasquale Vigilia e Antonio Divano)
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