Il Gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (CASERTA) ha archiviato la posizione della deputata casertana del Pd Camilla Sgambato, indagata per abuso d’ufficio nell’ambito di un’indagine della Procura relativa ai servizi sociali erogati dall’Ambito C8 che lo scorso 24 novembre porto’ all’arresto di sette persone (due in carcere e cinque i domiciliari), tra cui l’ex sindaco di Santa Maria Capua Vetere Biagio Di Muro. Nel mirino degli inquirenti il sistema di gare d’appalto dell’Ambito sociale, ritenute truccate, e le clientele elettorali alimentate proprio dalle gare. Alla Sgambato era pero’ contestata una vicenda considerata “marginale” dalla stessa Procura, ovvero una “raccomandazione” a favore di una componente dell’ufficio di piano dell’Ambito C8; per questo l’ufficio inquirente ne ha chiesto l’archiviazione. Il Gip ha archiviato anche la posizione di Raffaele Vitale, ex segretario provinciale del Pd nonche’ ex sindaco di Parete, indagato per lo stesso reato e gli stessi fatti della deputata. In un breve post pubblicato sulla sua pagina facebook, la Sgambato, componente della Commissione Cultura della Camera, saluta con soddisfazione la decisione del Gip. “La verita’, cari amici, vince sempre – scrive – ringrazio l’autorita’ procedente per la rapidita’ con la quale e’ stata accertata la mia totale estraneita’ ai fatti che mi venivano contestati. Oggi per me e’ una gran bella giornata. Un abbraccio ai tantissimi che, neanche per un istante, hanno dubitato del mio rigore morale e della mia rettitudine. Non smettete mai di credere nelle Istituzioni di questo Paese” e’ l’invito conclusivo della parlamentare. L’indagine da cui e’ uscita la Sgambato, aveva evidenziato, per usare le parole molto dure del Procuratore Maria Capua Vetere (CASERTA), Maria Antonietta Troncone, “una gestione privatistica dei servizi sociali che venivano erogati sulla base della sola necessita’ di avere un ritorno elettorale, con un importante danno erariale”. Una nuova bufera, quella del novembre scorso, sul comune di Santa Maria Capua Vetere, dopo quella del 2016, quando un’indagine della Dda aveva fatto emergere i legami tra l’Ente e un imprenditore legato al clan Zagaria in relazione all’appalto dello storico palazzo Teti Maffuccini.
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