Una falla nei processori mette virtualmente a rischio la sicurezza di tutti i computer e i dispositivi mobili e riguarda le cpu delle principali aziende – Intel, Arm e Amd – e per gli esperti espone gli utenti al rischio di furto di password e altri dati.
A scoprirlo, l’anno scorso, sono stati i ricercatori del Google Project Zero, che hanno informato i costruttori e gli sviluppatori dei sistemi operativi (Microsoft, Apple, Linux). Intel minimizza sui rischi per la sicurezza dei dati.
Intel in una nota ha minimizzato i rischi per gli utenti: la vulnerabilità “non ha il potenziale di corrompere, modificare o eliminare dati”.
Fa però discutere il caso del suo Ceo, Brian Krzanich, che nel novembre scorso ha venduto azioni di Intel per 24 milioni di dollari. All’epoca era a conoscenza della falla, ma la società nega che ci siano correlazioni.
“La vulnerabilità e’ probabilmente la più grave di questi ultimi anni. Prevedo un impatto superiore a quanto affermano le cronache internazionali e le aziende coinvolte”
spiega all’ANSA Raoul Chiesa, esperto di cyber security, membro del Consiglio Direttivo dell’AIIC, l’Associazione Italiana Esperti Infrastrutture Critiche.
“I rischi – aggiunge – non riguardano solo password, foto, pc e smartphone ma anche l’Internet delle cose, le smart tv, le auto di nuova generazione tra cui nuovi modelli di Bmw, Audi, Chrysler, Ford, Honda, Mazda, Opel e il settore gaming”.
Alterne fortune per Intel, Alphabet e Amd alla Borsa di New York dopo la notizia circa la falla nei sistemi di sicurezza dei microchip. Intel lascia sul campo il 4,5% mentre Amd sale del 5% e Alphabet, la holding di Google, guadagna l’1%.
Nel dettaglio, i ricercatori hanno scoperto due falle diverse. La prima, battezzata “Meltdown“, interessa Intel ed è stata individuata in modo indipendente da tre gruppi di ricercatori (il Politecnico austriaco di Graz, la società tedesca di sicurezza informatica Cerberus e il Project Zero di Google), mentre la seconda, “Spectre“, coinvolge sia Intel che Arm e Amd, ha due varianti ed è stata svelata dal team di Google.
Tutte le falle hanno a che fare con la cosiddetta “esecuzione speculativa”, una funzionalità con cui i processori, per velocizzare le operazioni, cercano di intuire quale strada tra due possibili è più probabile che venga presa, iniziando quindi a eseguire i calcoli prima di ricevere le istruzioni.
Stando ad alcuni esperti, gli aggiornamenti di sicurezza per far fronte alle falle potrebbero rallentare tra il 5 e il 30% i processori Intel. Secondo la società, comunque, “per i normali utenti di computer l’impatto sulle performance non dovrebbe essere significativo e sarà mitigato nel corso del tempo”.
Nel frattempo gli aggiornamenti stanno arrivando. Microsoft ha rilasciato l’update per Windows 10, mentre quello per le versioni più vecchie del sistema operativo arriverà il 9 gennaio. Apple ha rilasciato l’aggiornamento 10.13.2 di MacOS e ha annunciato miglioramenti nel 10.3.3, Google ha reso noto di aver aggiornato Android e Chrome OS.
Secondo l’esperto di cyber security Raoul Chiesa,
“la vulnerabilita’ in questione rappresenta probabilmente la piu’ grave di questi ultimi anni, prevedo – aggiunge – un impatto decisamente superiore a quanto affermano al momento le cronache internazionali e le stesse aziende coinvolte”.
Secondo Chiesa i rischi riguardano non solo pc e smartphone ma anche “l’Internet delle cose, smart tv, auto di nuova generazione tra cui nuovi modelli di Bmw, Audi, Crysler, Ford, Honda, Mazda, Opel, il settore gaming”
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