Ergastolo evitato per il baby boss. E’ stato infatti condannato a 18 anni di carcere l’erede al trono degli Amato-Pagano. A.D. A. oggi 17enne, figlio della donna boss “zia” Rosaria Pagano. Ostentava ricchezza e ‘potenza’. A sedici anni aveva un Rolex d’oro e alle feste prenotava tavoli dove stappava bottiglie di champagne pregiato. Il Tribunale dei Minori lo ha condannato a 18 anni di reclusione, il pm ne aveva chiesti quasi il doppio, ma non l’ergastolo. Mimmo, cosi’ lo chiamano a casa, e’ per i giudici l’autore materiale del duplice omicidio di Alessandro Laperuta, 32 anni, e di Mohamed Nuvo, 30 anni, avvenuto il 20 giugno 2016 a Melito, in una casa al quarto piano di via Giulio Cesare. Il ragazzo, che a dicembre compira’ 18 anni, era uno dei reggenti della nuova cosca che a Melito dettava legge e cercava di ricompattare un clan in affanno dopo gli arresti e le guerre perse contro gli Abete-Abbinante e la Vanella Grassi. Difeso dagli avvocati Luigi Senese e Gandolfo Geraci, il baby boss ed “erede al trono” della potente famiglia degli Amato-Pagano ha evitato l’ergastolo.
Quanto accaduto all’ora di pranzo del 20 giugno del 2016 in un appartamento al quarto piano di una palazzina in via Giulio Cesare a Melito è stato ricostruito dagli investigatori con dovizia di particolari nelle 54 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare firmate dal gip Avallone. Ci sono le testimonianze, la ricostruzione degli investigatori, le intercettazioni, le dichiarazioni dei testi, le analisi dei profili facebook con foto degli indagati. Un lavoro puntuale e attento grazie al quale si è riusciti ad incastrare il baby boss degli Amato-Pagano. Ma ci sarebbero almeno altre due o tre persone da identificare che avrebbero partecipato alla sparatoria e che avrebbero accompagnato i tre identificati. Nonostante la dettagliata ricostruzione il rampollo della famiglia degli scissionisti è riuscito ad evitare l’ergastolo. Ecco la testimonianza fiume del testimone resa il giorno stesso del duplice omicidio e che ha permesso agli inquirenti di indirizzare le indagini nelle direzione giusta e poi chiudere il cerchio nei confronti del giovane “erede al trono” con le intercettazioni:
” …Nel corso della mattinata odierna sono rimasto prevalentemente all’interno della mia abitazione eccetto dalle ore 09:30 alle ore 12:00, orario in cui sono sceso nel garage dello stabile per lavare la macchina. Mentre mi trovavo nel garage ho potuto notare che verso le ore 10:00 sono arrivate due macchine e un motorino e più precisamente due Fiat Panda entrambe di colore blu ed entrambe di nuovo modello. Dalle macchine sono scese due persone, di sesso maschile, per autovettura; da un’autovettura sono scese due persone di corporatura snella ed entrambe vestivano una maglietta blu e un jeans chiaro. Dall’altra Fiat Panda sono scesi altre due uomini che indossavano rispettivamente, uno, una maglietta arancione e, l’altro, una maglietta rossa, ed entrambi avevano una carnagione chiara. Posso riferire che tutti e quattro i soggetti frequentano di solito l’abitazione ubicata al quarto piano. Tutti e quattro i soggetti che sono scesi dalle macchine avevano un’età apparente di 25-26 anni. Il motorino è un Yamaha del tipo T-MAX dal quale sono scesi due uomini, uno di corporatura robusta, capelli biondi, e l’altro di corporatura snella e capelli biondi. Quello di corporatura robusta indossava pantaloni e maglietta di colore scuro. Anche l’altro soggetto che è sceso dal T-MAX indossava indumenti di colore scuro. Il soggetto avente corporatura robusta ha una età apparente di 23-24 anni mentre l’altro ha un età apparente di 20-21 anni … ” ” … Delle quattro persone che sono scese dalle macchine non ne conosco nessuna, posso affermare che queste persone sono di Melito perché li vedo spesso in giro per la città … ” · …i due soggetti che sono scesi dal T-MAX li conosco bene e si chiamano, uno. Mimmo. quello di corporatura snella e di giovane età rispetto all’altro soggetto di corporatura robusta. che io conosco con il nome di Lello; quest’ultimo soggetto, in giro per Melito, lo chiamano con l’alias “lello o’ biond”. Dei due soggetti, posso riferire inoltre che, in giro, quello con il nome Lello. lo chiamano “o’ boss”. mentre di Mimmo si dice che è il fratello del “boss” degli AMATO- PAGANO. Per entrambi i soggetti si dice in giro che sono loro e “comandano la zona di Melito… “.
” … Dopo dieci minuti ho visto i due soggetti Lello e Mimmo, che sono scesi in garage e subito dopo a bordo del T-MAX si sono allontanati da quel luogo. Rispetto a quando sono arrivati, quando sono ripartiti Lello e Mimmo sembravano che avessero molta fretta. Ho dedotto ciò perché il T-MAX si è allontanato a grande velocità dal garage. Dopo uno mezz’ora circa anche i quattro soggetti che erano arrivati a bordo delle due Fiat Panda, sono risaliti nelle predette autovetture e si sono allontanati. Anche per questi ultimi, ho potuto notare che si allontanavano dal garage o forte velocità … ” ” … Alle ore 13:20 circa, mentre mi trovavo dentro casa ho sentito un autoambulanza giungere sotto il mio palazzo e una volta uscito nell’androne dello stabile ho notato alcuni sanitari trasportare uno barella al quarto piano, e quindi io sono rientrato dentro casa. Dopo circa 15 minuti, è sopraggiunto un’altra autoambulanza dalla quale alcuni sanitari hanno trasportato un· altra barella sempre al quarto piano. Allora io sono riuscito nell’androne ed ho visto che i medici stavano trasportando sullo barella dal quarto piano verso l’autombulanza, una persona di sesso maschile, con carnagione scura e capelli rasati. Lo stesso non si muoveva …” ” … Mia moglie avevo paura della mia incolumità a causa dei trascorsi giudiziari di mio fratello…omissis…, il quale in questo momento è sottoposto al regime degli arresti domiciliari in Arzano, non conosco in che via. So che in passato ha lavorato per conto del clan AMATO-PAGANO come spacciatore di diversi tipi di droga. Per questi motivi, mio moglie pensava che quelli che frequentano il quarto piano prendessero di mira la mia persona per motivi legati al mondo della droga, invece di prendersela con mio fratello … ” • … La paura di ricevere degli atti contro la mia persona è nata da quando i due soggetti Lello e Mimmo hanno occupato l’abitazione del quarto piano. Voglio ora precisare che quell’abitazione ubicata al quarto piano e della quale stiamo parlando è un’abitazione nella disponibilità, quale assegnataria di casa popolare, di mia madre deceduta circa cinque anni fa. Dalla morte di mia madre, quella casa è rimasta chiusa fino a quando mio fratello Mario è uscito dal carcere, ovvero circa tre anni fa, e si è stabilito in quell’appartamento per circa sette mesi fino a quando non è stato di nuovo arrestato per spaccio di droga. Subito dopo il suo arresto, mio fratello Mario ha consegnato le chiavi dell’abitazione ai due soggetti di cui ho parlato poco fa, di nome Lello e Mimmo. Dopo un mese dal suo arresto mio fratello Mario uscì dal carcere si è trasferì ad Arzano per scontare la pena agli arresti domiciliari … “” … La persona che ho visto trasportare sulla barella non era tra quelle sei persone che ho notato giungere in garage questa mattina. Voglio aggiugere che questa persona non l’ho mai vista nel mio palazzo nè tantomeno l’ho notata frequentare gli inquilini di mio fratello, ovvero Lello e Mimmo, né tantomeno l’ho mai vista a Melito …” …Dalle ore 12:00 circa, e cioè da quando sono rientrato nella mia abitazione, non ho sentito alcun rumore strano ne tanto meno degli spari … “.
Ma nonostante la minuziosa e dettagliata ricostruzione dei fatti compiuta dalla dda grazie al lavoro investigativa e ai riscontri dei racconti dei pentiti il figlio di Rosaria pagano è riuscito ad evitare l’ergastolo.
Articolo pubblicato il giorno 12 Gennaio 2018 - 22:52 / di Cronache della Campania