Cronaca Nera

‘E’ stato o’ figlio ra brioches’, così il ras Antonio Boccia confessò l’agguato subito

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“E’ stato o’ figlio ra brioches”. Senza sapere di essere intercettato nella sala di attesa dei carabinieri che stavano investigando sul suo ferimento Antonio Boccia diede egli stesso ai militari lo spunto per identificare l’autore dell’agguato di cui era rimasto vittima il giorno prima. Ovvero il 17 novembre del 2015, il pregiudicato noto spacciatore dei Quartieri Spagnoli ed ex affiliato da Di Biasi “Faiano” era stato ferito da colpi d’arma da fuoco alle gambe nei pressi della chiesa dei Santi Francesco e Matteo sul vico Lungo San Matteo, all’interno della quale si era rifugiato sanguinante per sfuggire all’agguato impaurendo un gruppo di ragazzini che stavano seguendo una lezione di judo. Il giorno dopo mentre attendeva di essere sentito in merito all’agguato nella sala d’asspetto dei carabinieri parlando con uno dei suoi ex cognati, i Rippa soprannominati “Core Mio” si lascia andare nella confessione spiegando che a fare fuoco è stato il figlio di Angela Farelli, sua convivente. Il retroscena dell’agguato è raccontato nelle 157 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Giuliana Pollio e che stamane hanno portato all’emissione di 15 proveddimenti a carico di 4 famiglia malavitose dei Quartieri Spagnoli e del pallonetto di santa Lucia che gestivano le piazze di spaccio e un giro di usura.Tra i colpiti dai provvedimenti restrittivi ci sono Angela Farelli e il figlio Francesco Valentinelli in carcere dal mese scorso perchè accusato di essere l’autore dell’omicidio di Gennaro Verrano, un suo zio, ucciso il pomeriggio del 17 novembre  in piazzetta Trinità degli Spagnoli. Scrive il gip nell’ordinanza: “Come ipotizzato nelle primissime fasi delle investigazioni, il ferimento in questione si inquadra in un più ampio scenario legato allo spaccio di sostanze stupefacenti nonché alla gestione delle piazze di spaccio che insistono nella zona dei Quartieri Spagnoli. Peraltro la polizia giudiziaria apprendeva informalmente che il  Valentinelli aveva condotto l’azione di fuoco nei confronti del Boccia per conto di Ricci Enrico, nato Napoli 27.01.1958, noto personaggio operante nei Quartieri Spagnoli. Il Ricci, infatti, approfittando di un vuoto di potere, starebbe attualmente controllando le dinamiche criminali dei Quartieri Spagnoli. Per far ciò si starebbe avvalendo della “manodopera” di nuove leve dallo scarso spessore criminale ma dall’elevata pericolosità., considerata la voglia di affermarsi negli ambiti della criminale locale. Fra queste il Valentinelli Francesco a carico del quale risulta esclusivamente un precedente per porto di armi. A tal proposito, nella parte finale dell’intercettazione di conversazioni di cui sopra, Boccia Antonio fa esplicito riferimento al predetto Ricci, conosciuto nell’ambiente criminale con il nome di “Giacomino e ‘fraulella” facendo intendere che il ferimento subito non lo avrebbe destabilizzato. Gli spunti investigativi fomiti, involontariamente, dal boccia intercettato in ambientale, suggerivano agli inquirenti di intercettare l’utenza in uso al Valentinelli….”. E così la guerra per il controllo delle piazze di spaccio ai Quartieri Spagnoli aveva prodotto un altro ferito e un provetto killer ovvero Francesco Valentinelli che a novembre invece ha ucciso un suo parente sempre per questioni legate allo spaccio di droga. Nel frattempo Antonio Boccia era stato condannato a una pena definitiva a 3 anni e nove mesi di carcere- era stato arrestato una prima volta il 15 settembre scorso ma poi subito scarcerato per un vizio di forma e da allora si era dato alla latitanza. La sua fuga è finita il 21 dicembre scorso in una villetta di Somma Vesuviana dove aveva trovato riparo e da dove stava per fuggire visto che fu trovato con le valigie pronte.

(nella foto da sinistra Francesco Valentinelli a destra Antonio Boccia)


Articolo pubblicato il giorno 30 Gennaio 2018 - 21:58

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